Leonardo Da Vinci “Riapre la Mostra”.

Leonardo Da Vinci “Riapre la Mostra”. Al Palazzo della Cancelleria


Oggi, finalmente la Mostra “Leonardo da Vinci.

“Riapre la Mostra”. Il Genio e le Invenzioni – Le Grandi Macchine interattive”, allestita a Roma presso il Palazzo della Cancelleria, e diretta da Augusto Biagi, riapre le porte.

Leonardo Da Vinci “Riapre la Mostra”.
“Riapre la Mostra”.

Dopo le lunghe settimane di chiusura forzata imposte dall’emergenza sanitaria, la Mostra riapre al pubblico garantendo la massima sicurezza grazie all’attuazione di tutte le norme e i dispositivi di sicurezza previste del protocollo.

La struttura, infatti, già dalla prima riapertura dopo il primo lockdown si è adeguata alle nuove disposizioni per garantire al pubblico la possibilità di godersi in sicurezza la mostra sul grande genio e artista che ogni anno attira milioni di turisti da tutto il mondo.

Come da nuova normativa, la Mostra sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 09:30 alle 14:00 e dalle ore 16:00 alle 19:00.

Mentre, durante il weekend, sarà visitabile solo attraverso i virtual tour che hanno già riscosso un grande successo sia da parte di privati che da parte delle scuole per cui la Mostra realizza dei tour su misura (differenziandoli in base all’età degli studenti).

 INFO

Mostra “Leonardo da Vinci. Il Genio e le Invenzioni – Le Grandi Macchine interattive”,

Palazzo della Cancelleria

Piazza della Cancelleria, 1 – Roma

Tel. 06 69 88 76 16

www.mostradileonardo.com

 ORARI

lunedì – venerdì | 09.30 – 14.00; 16.00 – 19.00

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Maenza, “l’Olio delle Colline Pontine” in videoconferenza.

Maenza, “l’Olio delle Colline Pontine” in videoconferenza, il 12 febbraio Maenza ospiterà la XVI edizione


Maenza, “l’Olio delle Colline Pontine” in videoconferenza. Sarà il Comune di Maenza ad ospitare la XVI edizione del Concorso provinciale “L’Olio delle Colline, Paesaggi dell’extravergine e buona pratica agricola”.

Maenza, “l’Olio delle Colline Pontine” in videoconferenza. La vetrina dedicata all’olivicoltura del territorio provinciale, per la promozione dei suoi oli extravergine di oliva di qualità.

Alla valorizzazione delle Colline Pontine, per il loro valore storico, paesaggistico e ambientale, è organizzata dall’Associazione CAPOL – Centro Assaggiatori Produzione Olivicole Latina.

Patrocinato da: Regione Lazio, ARSIAL, Provincia di Latina, Comune di Maenza, Camera di Commercio di Frosinone-Latina, Compagnia dei Lepini, XIII Comunità Montana dei Monti Lepini-Ausoni

Maenza, “l’Olio delle Colline Pontine” in videoconferenza
Maenza, “l’Olio delle Colline Pontine” in videoconferenza

Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana, Consorzio per lo Sviluppo Industriale Roma-Latina, Consorzio per la tutela e la valorizzazione dell’Oliva di Gaeta DOP, Consorzio per la tutela e la valorizzazione dell’Olio Extravergine di Oliva Colline Pontine DOP, Slow Food Latina, LILT – Lega Italiana della Lotta contro i Tumori – Sezione di Latina.

Venerdì 12 febbraio, dalle ore 17:00, dal Castello baronale di Maenza, verrà trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube e sulle pagine Facebook della Compagnia dei Lepini e dell’associazione CAPOL.

Verrà trasmesso il Convegno su temi di attualità per il comparto olivicolo e oleario, con un focus sugli ultimi anni di scarsa produzione olivicola del territorio della provincia di Latina.

Tema in particolare quella relativa alla cultivar Itrana, a causa di diversi fattori di natura ambientale, come le anomalie climatiche, e fitopatologici. Tale situazione ha scoraggiato gli olivicoltori, che sui propri oliveti hanno progressivamente ridotto gli interventi agronomici e fitosanitari, limitandosi alle sole azioni di mantenimento, quali il taglio delle piante infestanti. 

Il protrarsi nel tempo delle queste dinamiche rischia di innescare una spirale negativa che, a lungo termine, potrebbe comportare l’improduttività degli oliveti del territorio pontino e quindi l’abbandono di quelli orograficamente più “scomodi”. 

Diviene prioritario far fronte alle emerse fragilità del comparto olivicolo provinciale, individuando azioni mirate volte al “recupero” di queste zone in vista, sia della valorizzazione idrogeologica e paesaggistica delle colline, sia della necessità di far fronte alla crescente domanda dei consumatori.

Dopo l’apertura del Presidente CAPOL e Coordinatore del Concorso, Luigi Centauri e i saluti istituzionali del Sindaco di Maenza, Claudio Sperduti, e del Presidente della Provincia di Latina, Carlo Medici, avrà inizio il convegno moderato dal giornalista Roberto Campagna.

La trattazione sarà affidata a relatori esperti del settore e della materia: Franco Famiani (Università degli Studi di Perugia – Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali); Claudio Di Giovannantonio (Responsabile ARSIAL – Area Tutela Risorse e Vigilanza sulle Produzioni di Qualità); Carlo Hausmann (Direttore Generale Agro Camera); Giulio Scatolini (Capo panel L’Olio delle Colline). Interverranno: Giovanni Acampora (Presidente Camera di Commercio Frosinone-Latina); Onorato Nardacci (Commissario XIII Comunità Montana Monti Lepini-Ausoni); Luciano Massimo (Dirigente Area Decentrata Agricoltura Lazio Sud della Regione Lazio); Quirino Briganti (Presidente Compagnia dei Lepini).

Le conclusioni affidate ad Enrica Onorati (Assessore Agricoltura, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Ambiente e Risorse Naturali della Regione Lazio).

Maenza, “l’Olio delle Colline Pontine” in videoconferenza
Maenza, “l’Olio delle Colline Pontine” in videoconferenza

Al termine si procederà alla proclamazione dei vincitori in gara. La Commissione di assaggio designerà i primi 2 classificati di ogni categoria di fruttato ai quali assegnare i premi per la categoria “Extra Vergine” di fruttato – intenso, medio e leggero – distinti tra produttori iscritti e non alla CCIA. 

Un ulteriore riconoscimento andrà al migliore olio che avrà ottenuto il maggior punteggio nelle due sezioni. 

Verrà attribuito il premio “Olio Biologico”, certificato a norma di legge e saranno conferiti il premio “Giovane Olivicoltore”, al primo classificato titolare rappresentante dell’azienda con età fino a 40 anni, iscritto alla Camera di Commercio, e il premio “Olivicoltore Veterano” al produttore partecipante con l’olio extravergine di oliva che esercita l’attività di olivicoltore da più anni. 

Le tre Commissioni formate da tecnici qualificati per ogni comprensorio (Monti Lepini, Ausoni, Aurunci) individueranno 9 tipologie di aziende olivicole (3 per ogni comprensorio) aggiudicatrici del premio “Paesaggi dell’Extravergine e Buona Pratica Agricola”.

225 oli in concorso.

Rispetto al 2020 cresce la partecipazione nei comuni dei comprensori Lepini (92) e Aurunci (63) mentre cala leggermente il numero dei campioni Ausoni (68).

È il primo bilancio a seguito della chiusura delle iscrizioni 2021 (foto) – “che sono andate oltre ogni più rosea aspettativa, in una stagione di scarica, con un raccolto stimato inferiore di circa il 60% rispetto alla precedente – commenta Luigi Centauri, che aggiunge – questo appuntamento, ormai fisso per gli olivicoltori della provincia, non mira ad eleggere il miglior olio, bensì a creare tra produttori e consumatori una coscienza della qualità, una predisposizione a fare e scegliere sempre meglio.

Quest’anno – continua Centauri – a causa della pandemia, la manifestazione verrà trasmessa in videoconferenza sui canali social in diretta dal Comune di Maenza, alla cui Amministrazione va un sentito ringraziamento perché ha sposato in toto il progetto e sta collaborando fattivamente alla riuscita dell’evento”.

CONTATTI: 329 109 9593 capol.latina@gmail.com

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Grand Maskrd Ball Of The Crown.

Grand Maskrd Ball Of The Crown. Il primo Gran Ballo della Storia, la CNDS ha aperto il Carnevale 2021

Grand Maskrd Ball Of The Crown. Il 30 gennaio 2021 sarà una data indimenticabile, in quanto la Compagnia Nazionale di Danza Storica diretta da Nino Graziano Luca ha proposto il primo Gran Ballo on line della storia.

Il GRAND MASKED BALL OF THE CROWN, aprendo il CARNEVALE DIGITALE 2021 dal Palazzo Brancaccio di Roma sullo sfondo dei magnifici saloni.

I partecipanti in costume dell’800, suddivisi in gruppi di massimo 4 danzatori per abitazione, indossando la mascherina, hanno danzato a distanza e senza l’uso delle mani, il repertorio che hanno imparato prevalentemente durante le lezioni di novembre, dicembre e gennaio di CNDS A CASA TUA:

Grand Maskrd Ball Of The Crown, Facher Polonaise, Mazurka dal Gattopardo, The Blue Bonnets, Quadriglia Francese (2,3,4,) Hole in the Wall, Well Done Jack, The Comical Fellow, Contraddanza da Bridgerton, The Duke of Kents Waltz, Virginia Reel, Marcia di Radetzski, Questa o Quella, Gran Finale per i saluti con Schrammel Wien Bleibt Wien.

Agli straordinari classici di un Gran Ballo è stata aggiunta la novità di una Contraddanza tratta dalla serie di successo Netflix BRIDGERTON in onda dal 25 dicembre 2020 e le cui coreografie fanno già parte del repertorio della CNDS.

Grand Maskrd Ball Of The Crown. Nel corso dell’evento, dalla regia posta al Palazzo Brancaccio di Roma, numerosi sono stati i collegamenti in diretta con tutte le case dei partecipanti dal Nord al Sud Italia ed anche con gli Stati Uniti, la Russia, l’Austria, l’Ungheria, l’Inghilterra, la Svizzera, secondo una scaletta preventivata, per avere la possibilità di condividere le emozioni di tutti i partecipanti nei vari momenti del Gran Ballo.

Grand Maskrd Ball Of The Crown.
Grand Maskrd Ball Of The Crown.

Da Vienna, l’Ambasciatore emerito dell’Austria in Italia Christian Berlakovits ha detto: “Questo eccezionale evento di oggi è nato dalla grande creatività e immaginazione di Nino Graziano Luca. Una delle tantissime idee da lui realizzate nella sua splendida carriera”.  

Dalla Città del Gattopardo, Santa Margherita di Belice, il Sindaco Avv. Franco Valenti, dopo aver parlato dei grandi intellettuali e dei Premi Nobel che sono stati ospiti del Premio Letterario Tomasi di Lampedusa ed aver ricordato con grande gioia la XXV edizione del “Gran Ballo del Gattopardo” organizzato dalla Compagnia Nazionale di Danza Storica sullo sfondo di Palazzo Filangieri Cuto’ ha detto:

Grand Maskrd Ball Of The Crown. “Nino oramai tu sei a tutti gli effetti un cittadino di Santa Margherita di Belice e ti abbiamo nel cuore anche per la conduzione del nostro Premio Letterario”.

I complimenti per la storia personale di Nino Graziano Luca e per l’originalità del Gran Ballo on line sono stati internazionalmente unanimi ed espressi nei loro collegamenti da alcuni dei più grandi esperti mondiali di danza storica: Susan De Guardiola (Stati Uniti d’America) ad Elana Anasova ed Igor Anasov (Russia), Zsuzsi ed Alan Dingsdale (Ungheria), Carry e Petra Persson (Svizzera), Helen Prior (Inghilterra). 

Il grande baritono svedese Carry Persson (che canta spesso come “ospite” ai concerti del leggendario Jose Carreras) ha presentato con tanto di Orchestra dall’album “Heroic Songs“ (pubblicato dalla SONY BMG Classic) l’aria “Anthem” ed un Duetto con Rebecca Olver. 

Il GRAND MASKED BALL OF THE CROWN ha visto a rotazione il collegamento con tre case per volta con i partecipanti che hanno danzato, conversato con Nino Graziano Luca e mostrato l’allestimento ottocentesco delle loro case, le imbandigioni in stile delle loro tavole colme di vari squisitezze e le maschere in stile Carnevale di Venezia da loro realizzate grazie al tutorial sulle maschere organizzato dalla Compagnia Nazionale di Danza Storica con il creativo Marco Di Lauro.

Grand Maskrd Ball Of The Crown

Molto apprezzata e’ stata la collaborazione con il Brand laziale Valle Santa che ha fornito una “Grand Ball Box” con le pietanze identiche da poter gustare nei momenti di break tipici di un Gran Ballo al fine di creare una convivialità/familiarità condivisa anche a tavola. Un grande ringraziamento va ad Andrea Azzarone per la straordinaria ospitalità a Palazzo Brancaccio. 

In chiusura una riflessione sulla scelta dell’immagine emblema di questo Gran Ballo. Il Pavone raffigurato con la coda aperta, come sappiamo, è l’emblema della vanità, della superbia, dell’ipocrisia, della vanagloria ma, a ben guardare, il “nostro pavone”, quello che Nino Graziano Luca ha scelto come simbolo del GRAND MASKED BALL OF THE CROWN, è diverso.

Grand Maskrd Ball Of The Crown. La sua coda non è aperta. Si tratta dell’effetto ottico di una serie di cravatte, poste una accanto all’altra. Il “nostro pavone” ha la coda chiusa e, quando è raffigurato così, rappresenta l’umiltà e viene considerato il simbolo della resurrezione, della rinascita spirituale.

“Tutti noi sogniamo la rinascita – ha detto Nino Graziano Luca- e per noi della CNDS, la rinascita vera credo che passerà per la condivisione di un Gran Ballo in un Palazzo storico. Per il momento però, non è ancora possibile.

Grand Maskrd Ball Of The Crown. E allora ci siamo detti, perché non provare ad organizzarne uno on line? In maniera più semplice, più umile, nel calore delle nostre case, vicino agli affetti più cari, avviando un percorso verso la rinascita, la resurrezione?”

Il risultato finale e’ stato sorprendente ed emozionante. Viva la Danza Storica e la grande Cultura Italiana. Viva la Compagnia Nazionale di Danza Storica.

Foto in basso di Enrico Giorgetta
Per rivedere l’intero evento
https://youtu.be/Vaj4cZvheiM

Our mailing address is:

Licia Gargiulo

Via Laurentina 133

Rome, Rm 00142 Italy

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Teatro Vascello “La Vita Istruzioni per l’uso”.

Teatro Vascello “La Vita Istruzioni per l’uso” di Georges Perec. Letture a puntante del romanzo


Teatro Vascello “La Vita Istruzioni per l’uso”. Luci e regia video Paride Donatelli, assistente luci e streaming Giuseppe Incurvati, direttore di scena Danilo Rosati, un progetto a cura di Manuela Kustermann

Teatro Vascello “La Vita Istruzioni per l’uso”. Sabato 30 gennaio h 19 leggono Stefano Santospago, Manuela Kustermann e Alkis Zanis le letture continueranno fino ad esaurimento del romanzo

Visione gratuita previa prenotazione: promozioneteatrovascello@gmail.com oppure direttamente: Streaming su Piattaforma ZOOM Teatro Vascello. Link di invito: https://zoom.us/j/8371827431 ID Riunione 837 182 7431

Il teatro Vascello e la sua compagnia La Fabbrica dell’Attore, in una sorta di resilienza a oltranza dettata dallo stato attuale in cui versa l’Italia e il mondo intero a causa della pandemia di Covid 19.

La Compagnia decidono di realizzare una serie di letture a puntate del romanzo La vita istruzioni per l’uso di Georges Perec.

Teatro Vascello “La Vita Istruzioni per l’uso”.
Stefano Santospago

Un romanzo che verrà letto in diretta streaming dal Teatro Vascello fino ad esaurimento del romanzo, con appuntamento bisettimanale il venerdì alle ore 21 e il sabato alle ore 19.

Gli attori che si alterneranno in questa sorprendente e speriamo avvincente maratona letteraria saranno la direttrice artistica e curatrice del progetto Manuela Kustermann e Alkis Zanis.

Alkis attore di lungo corso che collabora con noi dalla produzione I Menecmi ultimo spettacolo a firma di Memè Perlini realizzato al Vascello nel 2011.

L’idea di proporre al pubblico una maratona letteraria al momento ci è sembrata l’unica alternativa valida in attesa di ritornare a vedere gli spettacoli teatrali in presenza.

Una scelta dettata anche dalla necessità di garantire continuità lavorativa al nucleo fondante e gestionale del teatro Vascello, ma anche un modo di tenere acceso un legame con il proprio pubblico, crediamo anch’esso come noi disorientato da questo terribile momento.

Produrre uno streaming letterario ci sembra un atto artistico che ha in sé un retropensiero atto a non distorcere il carattere di una produzione teatrale per la rappresentazione dal vivo e in presenza di pubblico. 

Note

La vita istruzione per l’uso di Georges Perec è un meccanismo ingegnoso e che ha divertito migliaia di lettori in tutto il mondo.

Il libro è ambientato in un vecchio palazzo parigino di dieci piani situato in una strada inventata al quale Perec dà forma e contenuto infondendogli vita in 500 pagine che contengono 700 storie che si svolgono in 100 anni.

Un iper romanzo adorato da Calvino, un ritratto maniacale di interni ed arredi, che si svolgono in 8 piani più il pianoterra e le cantine con molti appartamenti di varie grandezze con numerose stanze.

Un caseggiato rettangolare, un quadrato allungato di 10 caselle per lato, per un totale di 100 caselle come su una scacchiera.

La narrazione di Perec procede come la pedina del cavallo negli scacchi, di stanza in stanza (ogni stanza una casella) senza mai tornare nella stessa camera, (si può tornare nello stesso appartamento, solo se questo ha più stanze).

Ciascuna camera-casella rappresenta un capitolo, ma i capitoli sono 99 più un preambolo e un epilogo e non 100 come si potrebbe pensare, il perché si scoprirà solo alla fine del libro.

Il libro di Perec oltre ad essere concepito come una scacchiera è soprattutto immaginato come un puzzle; il libro infatti è composto da moltissimi frammenti, tanti capitoli e racconti che assumono senso solo se combinati tra loro.

Come dice Perec: un pezzo del puzzle se preso da solo non può restituire un’idea dell’insieme che andrà a costituire l’elemento non preesiste all’insieme, non è più immediato né più antico, non sono gli elementi a determinare l’insieme, ma l’insieme a determinare l’elemento.

È curioso notare che il termine francese per definire il singolo pezzo di un puzzle: piéce è lo stesso per indicare la stanza di un appartamento.

Ogni appartamento ha una sua storia, un suo insieme che si definisce attraverso una serie di collegamenti reciproci e non, nel tempo e nello spazio.

Ciascun elemento può far scaturire un’infinità di storie, una continua proliferazione di racconti, come in una scatola cinese, una storia ne contiene un’altra che a sua volta ne racchiude un’altra e così via.

Un libro potenzialmente infinito, un genere letterario per cui Calvino coniò la definizione Iper romanzo.

Un libro che è anche un dizionario, un’enciclopedia, pieno di eventi, racconti, personaggi, luoghi, ricordi, un mondo letterario in cui possa rispecchiarsi il mondo reale.

Perec cerca di fermare il tempo descrivendo la vita minuziosamente e elencando le cose nel loro dettaglio più infinitesimale, ma in realtà il libro copre solo una giornata, il 23 giugno del 1975 poco prima delle 8 di sera.

Un capolavoro assoluto scritto in 9 anni da un geniale ebreo polacco nato il 7 marzo 1936 e morto il 3 marzo 1982.

Se vuoi sostenere l’attività del Teatro Vascello puoi fare una donazione di qualsiasi cifra alla Coop.

La Fabbrica dell’Attore (ONLUS) mediante bonifico bancario IBAN IT89V0306905078100000003842  indicando: donatore del Vascello

Chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, come previsto dalla legge, potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta, facendo richiesta al teatro dopo aver effettuato il bonifico le verrà rilasciato un documento valido ai fini fiscali.

Teatro Vascello Link Telegramm unisciti al nostro canale t.me/teatrovascello  

Vi aspettiamo a presto!

Teatro Vascello

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Paolo Pietrangeli alla “Fiera delle parole”

Paolo Pietrangeli alla “Fiera delle parole”. Il 3 febbraio alle 19 online nel prestigioso Festival Padovano l’Album “Amore Amore Amore, Amore un C…” con tredici brani dell’autore di “Contessa” e “Valle Giulia”


Paolo Pietrangeli, personaggio di riferimento per la musica e la cultura in Italia, ha da poco pubblicato un nuovo album, “Amore amore amore, amore un c….” (Bravo Records/Ala Bianca), che esula in parte dai temi più sociali e politici che ha spesso toccato per trattare invece d’amore e rapporti di coppia.

Paolo Pietrangeli alla “Fiera delle parole”. Il disco verrà presentato online mercoledì 3 febbraio alle 19 nell’ambito di un importante festival letterario come la Fiera delle parole di Padova.

Paolo Pietrangeli alla “Fiera delle parole”
Paolo Pietrangeli

Pietrangeli sarà intervistato da Enrico Deregibus e Davide Antonio Pio.

Si potrà seguire l’incontro sulla pagina facebook e sul canale YouTube de “La Fiera delle Parole”.

Dal 1968 è considerato il cantore dei rapporti politici e sociali, quello di “Contessa”, “Valle Giulia” e tante altre, ma Paolo Pietrangeli con questo nuovo disco ci fa scoprire un’altra faccia della sua poetica, anche se il titolo chiarisce che all’interno non manca l’inconfondibile, aguzza ironia dell’artista romano, così come il suo lucido sguardo al mondo intorno.

L’album, che è pubblicato in digitale e in vinile, si può ascoltare su varie piattaforme: https://pietrangeli.lnk.to/amoreamoreun

In tutto tredici canzoni, delle quali tre inedite, tra cui la traccia che ha dato lo spunto per il titolo dell’album, “Amore un cazzo”.

Del brano è disponibile un video, di Chiara Rigione, disponibile all’indirizzo https://youtu.be/7doqH3lbpU4 .

Il lavoro e che è stato designato migliore video musicale italiano del 2020 dalla testata specializzata Indie-eye.

Paolo Pietrangeli è una figura importante per la cultura e lo spettacolo in Italia non solo come cantautore, ma anche come regista cinematografico e poi televisivo (uno dei più apprezzati degli ultimi decenni) e recentemente anche come scrittore.

Nella sua ormai lunga storia è stato anche aiuto regista di mostri sacri come Luchino Visconti, Federico Fellini, Mauro Bolognini.

Sono tante le cose che ha da raccontare. Per questo tra una traccia e l’altra dell’album, Pietrangeli infila ricordi e aneddoti su se stesso e i suoi 75 anni, sulla sua gioventù, sul rapporto conflittuale con suo padre.

Antonio Pietrangeli, talentuoso regista, su com’è nata “Contessa”, sulla Roma di Visconti e Fellini.

In sintesi, racconta tutto ciò che ha formato la sua poetica fatta di ironia (“Amore un cazzo”), giochi di parole (“La merendera”) e metafore.

Storie e filastrocche divertenti (“Lo stracchino”), ma anche intrise di melodia ed emozione (“Le sirene”, “Circonferenza”).

L’album è pubblicato su label Bravo Records/Ala Bianca, con distribuzione Warner. E contiene anche un cadeau: nella terza di copertina si trova infatti un QR Code che – scansionato con fotocamera dello smartphone – porta all’ascolto in streaming e al download di un concerto di Pietrangeli al Teatro Parioli di Roma nel 1995.

Ufficio stampa: Monferr’Autore

monferrautore@gmail.com

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Per non affogare restiamo uniti e facciamo rete!.

Per non affogare restiamo uniti e facciamo rete!. Oggi più che mai, abbiamo bisogno di essere uniti e sentirci comunità.

Molti di noi hanno perso tutto o stanno perdendo moltissimo, ma dobbiamo trovare la forza e il modo di tenere la testa sopra il torbido di queste acque sporche e continuare a respirare.

Non dobbiamo affogare! Non possono affogarci!

Continuiamo a fare cultura e divulgazione come possiamo e approfittiamo di questo tempo per stringere relazioni, approfondire conoscenze, rinsaldare rapporti.

Insieme saremo più forti!

Flaminio Boni 

Per non affogare restiamo uniti e facciamo rete!.
Cyro Rossi

Intervista a Cyro Rossi

Cyro Rossi, attore, regista e recitazione coach è recentemente è alla ribalta con il corto Sono io, un bellissimo e potente lavoro sul Covid19.
Colpito dal suo lavoro, ho deciso di intervistarlo e lo ringrazio per la disponibilità immediata.

Sono io è un’opera internazionale che, con poche, ma precise parole, rievoca in un attimo tutto il dolore, tutta la paura e la frustrazione nella quale siamo piombati da marzo 2020.

Per non affogare restiamo uniti e facciamo rete!.
Donatella Pandimiglio

Donatella Pandimiglio ha appena pubblicato un bellissimo ed emozionante videoclip.

La canzone è La voce del silenzio di Mogol, E.Isola, P.Limiti in un’interpretazione eccellente e toccante a cui Donatella regala una nuova veste, donando al brano un simbolismo carico di significato.
In questa sua versione, Donatella Pandimiglio esprime la propria voglia di rompere questo silenzio dei teatri vuoti gridando a gran voce (e che voce!) Il desiderio e la necessità di tutti gli artisti in questo difficilissimo
e impegnativo periodo storico: avere di nuovo una voce che viva con il pubblico nei teatri.

… continua a leggere l’articolo, ascolta il brano e condividete!

Per non affogare restiamo uniti e facciamo rete!.
Gino Auriuso

Nasce il Patto per le Arti Performative. Ne ho parlato con Gino Auriuso, presidente Fed.It.Art.

Federazioni, associazioni e formazioni indipendenti di teatro, musica, danza e circo hanno sottoscritto il Patto per le Arti Perfomative e proposto al Mibact un manifesto per valorizzare, tutelare e sostenere lo spettacolo dal vivo
con l’intento di proporre un intervento costruttivo per collaborare alla realizzazione di una nuova politica culturale del Paese, portando e rappresentando istanze in grado di produrre mutamenti e trasformazioni necessari al bene comune dello Spettacolo dal Vivo e, di conseguenza, alla coesione sociale e al benessere collettivo.

GIORNO DELLA MEMORIA 2021.

GIORNO DELLA MEMORIA 2021. Cori partecipa alla diretta streaming da Auschwitz


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GIORNO DELLA MEMORIA 2021

GIORNO DELLA MEMORIA 2021. Quest’anno, a causa della pandemia, non potrà aver luogo la tradizionale visita istituzionale dell’Amministrazione Comunale alla gemellata Città di Auschwitz in occasione del 76° Anniversario della Liberazione del campo di sterminio.

 “Un’esperienza emotivamente forte – ricorda il Sindaco Mauro Primio De Lillis – che ci costringe ad un’immersione in un pezzo di storia aberrante dell’umanità ma che rappresenta un monito per restare sempre vigili e attivi sui valori dell’uguaglianza e della fratellanza.

Sono dispiaciuto che quest’anno non sia stato possibile organizzare il viaggio ad Auschwitz per gli studenti delle scuole di Cori e Giulianello, che ormai si ripeteva da 12 anni, perché sono convinto che ognuno di quei ragazzi che ha fatto quell’esperienza sia tornato più forte in quei valori.

Il Sindaco di Oświęcim, Janusz Chwierut, ha invitato tutti i Sindaci delle città gemellate alla cerimonia che si terrà in forma di video conferenza il 27 gennaio e che verrà trasmessa a partire dalle ore 16,00 sui canali social dell’Auschwitz Memorial.

Il Comune di Cori rilancerà la cerimonia online sulla propria pagina facebook perché vogliamo far arrivare un piccolo segno della nostra vicinanza alla città gemella di Auschwitz, e perché vogliamo far condividere questo momento commemorativo a tutti quei nostri concittadini ed a quei ragazzi che quest’anno non potranno partecipare alla cerimonia di Auschwitz.

Credo fermamente che solo rinsaldando valori e comportamenti di uguaglianza e fratellanza possiamo guardare al futuro e vincere anche la battaglia contro il COVID-19 che da un anno accomuna tutto il mondo”.

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Toc Toc Teatro, il Teatro che bussa.

Toc Toc Teatro, il Teatro che bussa alla tua porta


Toc Toc Teatro, il Teatro che bussa. Parte a Roma, con la compagnia il NaufragarMeDolce, il progetto per portare il teatro e lo spettacolo dal vivo nelle case, nei pianerottoli e nei cortili della città.

Toc Toc Teatro, il Teatro che bussa. In tempo di Covid anche il teatro arriva a casa.

Attori che bussano alla porta per consegnare quel cibo che sazia anima e mente.

E’ il Toc Toc Teatro che arriva a Roma grazie alla compagnia Il NaufragarMèDolce la quale, da anni impegnata nella diffusione della cultura soprattutto nelle periferie, in questo periodo difficile per molti, porta la sua arte sui pianerottoli e negli androni dei palazzi, in totale sicurezza.

Sketch e monologhi ma non solo: anche poesie, canzoni o racconti di piccole storie quotidiane e ricordi di una vita.

Il Toc Toc Teatro trasforma la storica valigia dell’attore in uno zaino che contiene tutto ciò che serve al pubblico per sognare: oggetti e abiti di scena, strumenti musicali e un pizzico di magia.

L’obiettivo principale, infatti, è quello di sostenere emotivamente tutti coloro che da mesi sono a casa.

Toc Toc Teatro, il Teatro che bussa.
Toc Toc Teatro, il Teatro che bussa.

Tra gli effetti “collaterali” delle misure di contenimento della pandemia, infatti, è stato riscontrato un innalzamento dei livelli di ansia, paura, angoscia, depressione e senso di solitudine in tutte le fasce della popolazione.

Toc Toc Teatro ha come scopo quello di promuovere e recuperare l’esercizio della costruzione delle relazioni, in particolare verso le persone con maggiori vulnerabilità attraverso atti performativi di breve durata.

In un momento in cui tutto viene fruito tramite il web, l’iniziativa vuole favorire la fruizione dell’arte in presenza.

Il tutto si svolgerà nel rispetto delle misure di sicurezza e in accordo con i Municipi e le circoscrizioni del territorio di Roma Capitale, dal centro alla periferia, dai pianerottoli agli spazi aperti delle terrazze, dai cortili alle strade dove si affacciano le abitazioni, ma anche nei centri antiviolenza, nelle case famiglia e nei centri anziani.

“Dopo l’estate e con la seconda ondata di chiusure ci siamo dette che era il momento di portare la nostra arte direttamente alle persone che abitano la nostra città e di farlo nella sua forma originaria, cioè dal vivo”, afferma Chiara Casarico direttrice artistica della compagnia Il NaufragarMèDolce che quest’anno compie 25 anni di attività.

Fb: https://www.facebook.com/toctoc.teatrochebussallatuaporta

Web http://www.ilnaufragarmedolce.it

Mail toctocteatro.21@gmail.com

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“I love… Marco Ferreri” di Pierfrancesco Campanella.

“I love… Marco Ferreri” di Pierfrancesco Campanella finalmente on line sulla piattaforma CG Digital


“I love… Marco Ferreri” di Pierfrancesco Campanella. È disponibile on demand, su piattaforma CG Digital (www.cgentertainment.it), I love… Marco Ferreri, ideato, diretto e realizzato da Pierfrancesco Campanella.

“I love… Marco Ferreri” di Pierfrancesco Campanella. Una indagine postuma, tra reale e surreale, sui mutamenti sociali degli ultimi anni, attraverso l’occhio di un artista fuori dal coro.

“I love… Marco Ferreri” di Pierfrancesco Campanella.
“I love… Marco Ferreri” di Pierfrancesco Campanella.

Ci si potrebbe chiedere se la cultura sia davvero finita e con essa lo spirito critico.

La risposta, nonostante tutto, è negativa.

Certe “esigenze” non moriranno mai, almeno finché ci saranno cervelli pensanti e libertà di esporre le proprie idee.

E il cinema può ancora essere un ottimo veicolo di divulgazione del bello, dell’arte e delle emozioni più profonde e sensibili dell’animo umano.

Prodotto e distribuito dalla Cinedea srl, I love… Marco Ferreri si avvale, oltre che della consulenza artistica di Laura Camia e della fotografia curata da Lorenzo Vecchio.

I prestigiosi interventi degli attori Michele Placido e Piera Degli Esposti, dello scrittore e regista Emanuele Pecoraro, dell’operatore culturale Franco Mariotti, del critico Orio Caldiron, del docente universitario Fabio Melelli, del pittore Mario D’Imperio.

Per la parte fiction sono impegnati Fabrizio Rampelli (che impersona il detective), Lorenzo De Luca (peraltro coautore dello script insieme allo stesso Campanella), e inoltre, Maria Rita Hottò, Marco Werba, Andrea Falcioni, Matteo Campanella, Chiara Campanella, con la voce narrante del bravissimo Ermanno Ribaudo.

“I love… Marco Ferreri” di Pierfrancesco Campanella.
Marco Ferreri sul set di Storie di ordinaria follia (1981) © Fabian Cevallos)

Ecco le parole del regista:

Perché un documentario su Marco Ferreri oggi?

Che senso ha in un XXI secolo fatto di mondi virtuali, dominati da Internet, di film che non esistono, realizzati con la graphic computer, e di apocalissi in diretta come l’11 settembre, la recessione mondiale o il problema dell’immigrazione?

Forse per ricordarci un’epoca vicina nel tempo ma antidiluviana nella memoria, in cui esisteva un cinema italiano corrosivo e “contro”.

E basterebbe questo a giustificare un documentario che, lungi dalla presunzione di spiegare Ferreri agli addetti ai lavori, mira a farlo (ri)scoprire al pubblico più in generale. Diversamente da Fellini, Ferreri non è mai diventato un aggettivo: avete spesso udito il termine “felliniano”; ma quante volte avete sentito dire “ferreriano”?

Mai! Perché a Ferreri mancò sempre (e non per caso) quella capacità di farsi universale perdendo un po’ di sé.

Si fece internazionale, questo sì, ma la sua vena caustica era troppo personale per poter diventare un aggettivo capace di etichettare una visione cinematografica permanente.  

Lui stesso si evolveva e, talvolta, si contraddiceva, dunque il suo stile non poteva essere fissato per sempre in un aggettivo.  

E non che all’interno della sua tutto sommato abbondante (per un autore così) filmografia, siano mancati i successi commerciali: per dirne uno, “La grande abbuffata” fu campione d’incasso anche fuori dai confini nazionali. Un lungometraggio per le sale non può ridursi all’onanismo mentale del singolo autore, poiché il cinema dà lavoro a tanta gente.

E Ferreri lo sapeva bene! In lui l’integrità dell’intellettuale e la visionarietà del creativo non significavano ermetismo sterile, di quello che fa scappare il pubblico invece di indurlo a pagare il biglietto.

“Un bravo regista non dice mai:

“I love… Marco Ferreri” di Pierfrancesco Campanella.
“I love… Marco Ferreri” di Pierfrancesco Campanella.

Ecco, questa la mia opera, è il pubblico che deve capirla!”, disse una volta Ferreri.  

Marco non era un autore che si lambiccava in tormenti, ma uno che si divertiva un mondo a girare film, anche quando le aspettative erano deluse (e quando erano invece accolte, si preoccupava persino!).

Ma invecchiando ammetteva ridacchiando, davanti ai giornalisti sussiegosi del suo status, che voleva solo che il suo ultimo film facesse tanti quattrini, sminuendo con ironia la sacralità del genio ma allo stesso tempo facendoci riflettere che se un messaggio arriva alla porzione più ampia possibile di spettatori paganti, più probabilità di attecchire avrà la riflessione che il cineasta propone.

In verità se egli è stato abbastanza dimenticato, come un reperto rispettato ma accantonato in una teca, è dipeso dal mutamento di un’Italia dove la degenerazione culturale è la sola costante.

Ecco dunque che il mio documentario si prefigge di mostrare allo spettatore schegge di qualcosa che non ha mai vissuto o che è rimasto sepolto sotto tonnellate di pubblicità, programmi-spazzatura, libri che sono per lo più alberi morti, telefonini che ci trasformano in zombie.

Il “grotesque”, il “divertissement”, nel Ferreri migliore, non mancavano mai.

“I love… Marco Ferreri” di Pierfrancesco Campanella.
“I love… Marco Ferreri” di Pierfrancesco Campanella.

Pertanto anch’io ho cercato di concepire questo documentario non come una ricostruzione pura e semplice, ma come una sorta di giallo visionario di quelli che forse avrebbe amato lui;

un thrilling dell’anima dove la prima vittima è proprio lui: CHI HA UCCISO MARCO FERRERI?

Un delitto metaforico, giacché un film-maker così sovversivo difficilmente avrebbe potuto continuare ad esistere nell’Italia di oggi; in un certo senso, superata l’umana pietas, Ferreri è coerentemente deceduto quando il suo humus stava già estinguendosi di suo, piuttosto che piegarsi a pellicole brutte (o finire a fare l’ospite che campa di talk-show o l’artista in declino che si arroga il diritto di lavorare “contro” il pubblico, per un malinteso senso dell’impegno “culturale”).

In poche parole: rivedere oggi le sue pellicole è ancora un’esperienza disturbante, divertente, irritante e fuori dagli schemi.  

Se questo documentario indurrà lo spettatore a ritrovarsi, indignarsi, ridersi addosso e compiangersi anche davanti ad uno solo di questi film, nel mio piccolo, ne sarò felice.

Per questo il mio I LOVE… MARCO FERRERI è anche WE LOVE MARCO FERRERI: si tratta solo di ricordarsene.”

Pierfrancesco Campanella

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Antonio Medugno “La Moda mi ha salvato”.

Antonio Medugno “La Moda mi ha salvato”. Venti anni, bello, alto, occhi castani e tanti progetti.


Antonio Medugno “La Moda mi ha salvato”. La sua immagine fa il giro del web.

Antonio Medugno “La Moda mi ha salvato”. Tante proposte di lavoro anche in televisione, ma la sua passione, diventata poi professione, è la moda.

Antonio Medugno “La Moda mi ha salvato”.
Antonio-Medugno

Lui, da sempre, fedele alle passerelle e proprio la moda è stata fondamentale per fargli superare un momento difficile della sua vita.

Infatti Antonio Medugno, dopo due anni di buio della sua vita con una diagnosi clinica di anoressia, ritorna alla vita conquistando il mondo sfavillante delle passerelle tanto da essere definito, oggi, da alcuni critici, la figura vetruviana del nuovo millennio, Fashion Blogger e Tik Toker con oltre 2 milioni di followers.

“La moda e il mio impegno sul lavoro mi hanno salvato – afferma Antonio Medugno – e mi piace raccontare questa mia storia a lieto fine con la speranza che sia da insegnamento ai giovani che affrontano il mondo con stereotipi di bellezza ingannevoli e poco spirito di rivincita, quest’ ultimo fondamentale nel mio cammino sia di vita che professionale.

Ogni adolescente deve prescindere dagli schemi proposti e avere la forza di costruirsi una propria identità, anche attraverso l’accetazione.

Antonio Medugno “La Moda mi ha salvato”.
Antonio-Medugno

Accettarsi non vuol dire accontentarsi, ma raggiungere un proprio equilibrio attraverso sane pretese con se stessi”.

Timido quanto basta, vive tra Roma e Milano, ma ama trascorrere la maggior parte del suo tempo a Napoli, città natale che considera un luogo che lo coccola e lo fa sentire bambino e adolescente.  

“Mi piace fare sport e correre – continua Antonio – perché la corsa ti porta verso un traguardo. Sai che alla fine raggiungi qualcosa e per me questo rappresenta anche la metafora della mia vita.

Correre per raggiungere un obiettivo”

E di forza Antonio Medugno ne ha tanta giovane come è pieno di energie sia fisiche che nell’anima. Ama essere impegnato 24 ore al giorno, e anche di più, ed è contentissimo quando le sue giornate le passa tra casting, passerelle e shooting fotografici.

Un grande uomo, prima che un affermato modello e per essere ironici un pericolo per tanti, ma una scoperta meravigliosa per molti.

Ufficio Stampa – Ennio Salomone

cell. 338.9458111 – 346.6142314. E-mail: salomone.ennio@gmail.com

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Il Museo del Saxofono apre alle visite virtuali.

Il Museo del Saxofono apre alle visite virtuali. Se dallo scorso 30 ottobre ha dovuto rispettare le normative anti-Covid ed è stato costretto a chiudere le porte.


Il Museo del Saxofono apre alle visite virtuali. Da oggi ha deciso di aprire le sue finestre virtuali al pubblico dando a tutti la possibilità di conoscere da vicino le caratteristiche peculiari delle centinaia di oggetti, strumenti e foto da collezione.

Il Museo del Saxofono apre alle visite virtuali. Un’opera di divulgazione che si è riuscita a concretizzare grazie al contributo economico della Regione Lazio – L.R. n.24/2019.

Il Museo del Saxofono apre alle visite virtuali.
Il Museo del Saxofono apre alle visite virtuali.

Piano 2020 e che, già disponibile online sul sito ufficiale del Museo (https://www.museodelsaxofono.com), permetterà a tutti gli utenti di compiere visite virtuali approfondite.

Con implementazioni in alcuni casi di sezioni fotografiche e video, per esplorare da vicino le storie, i contesti, le tipologie e l’uso di questo strumento popolare brevettato dal suo inventore, Adolphe Sax, nel lontano 1846.

Le visite saranno aggiornate prossimamente anche con ulteriori pillole video di edutainment che mirano a coinvolgere interattivamente ogni generazione di utenti, in particolar modo i piccoli esploratori…

Tre le sezioni visitabili al momento ci sono numerose schede con dati tecnici, storici e filmati, suddivise in tre aree: strumenti musicali, fotografie vintage e giocattoli musicali d’epoca.

Il progetto, realizzato dallo studio 4DRG di Fiumicino, permetterà cosi una visione ravvicinata a certe rarità offrendo anche nuovi “spunti di vista” ad una comunità non solo di musicisti e appassionati, ma di ogni genere, presente virtualmente anche fuori dai confini nazionali.

Museo del Saxofono

via dei Molini snc (angolo via Reggiani)

00054 – Maccarese, Fiumicino (RM)

Il Museo del Saxofono gode del Patrocinio di Comune di Fiumicino ed Ambasciata del Belgio.

Sponsor tecnici sono Selmer Paris (Francia), Borgani (Italia), Eppelsheim (Germania), BCC Roma, International Woodwind (Usa), J’Elle Stainer (Brasile), Lyrical Music Publications, 4DRG e Narnia Festival. Suoi partner sono le Farmacie Comunali Fiumicino, Anipo (Francia), ProLoco Fregene-Maccarese e Complesso L’Oasi.

Sito web ufficiale:

Infoline costi e prenotazioni:

+39 06 61697862 – +39 347 5374953 – info@museodelsaxofono.com

Ufficio stampa: Elisabetta Castiglioni

+39 328 4112014 – info@elisabettacastiglioni.it

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Cecilia Mangini “Un ultimo saluto”.

Cecilia Mangini “Un ultimo saluto” alla prima donna documentarista italiana

Cecilia Mangini “Un ultimo saluto”. Lunedì 25 gennaio alle ore 10:00 la Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ospiterà nel cortile della Centrale Montemartini l’ultimo saluto a Cecilia Mangini.

Cecilia Mangini “Un ultimo saluto”. Davanti alla sede dell’AAMOD a Roma (Via Ostiense 106), una cerimonia laica per Cecilia Mangini insieme a colleghi e amici che vorranno partecipare.

Con Vincenzo Vita, presidente dell’AAMOD, ci saranno il figlio di Cecilia, Luca Del Fra, il regista Paolo Pisanelli e le giornaliste Laura Delli Colli e Gabriella Gallozzi a ricordare l’impegno, la passione e l’intensa attività di una donna da sempre in prima linea con la sua arte cinematografica.

Garante della Fondazione, la Mangini ha realizzato proprio per l’AAMOD una delle sue opere più note,  il film-documentario “Essere donne”, visibile da oggi e fino a domenica 24 gennaio sulla pagina FB e sul canale YouTubedi AAMOD.

La cerimonia si terrà all’aperto e nel rispetto della normativa anti COVID-19. L’ingresso sarà contingentato e l’accesso non sarà consentito all’interno degli spazi della Fondazione.

Sarà invece possibile seguire da remoto la cerimonia, che sarà trasmessa in diretta fb e YouTube.

Per informazioni: info@aamod.it

Cecilia Mangini: nata a Mola di Bari nel 1927, documentarista e fotografa, fin dall’inizio del suo lavoro porta uno sguardo impegnato, attento e personale sugli individui e sulla società, dedicando un’attenzione particolare ai temi della marginalità, dell’immigrazione e delle ingiustizie sociali.

Prima donna a girare documentari nel dopoguerra, sceneggiatrice di alcuni lungometraggi e di più di quaranta cortometraggi, in gran parte realizzati insieme al marito Lino Del Fra.

Ha esplorato con la sua macchina da presa l’Italia dalla fine degli anni Cinquanta fino ai primi anni Settanta, spesso volgendo lo sguardo al Sud Italia e alla Puglia, per cercare i rituali di una cultura antica che scompariva travolta dalle veloci trasformazioni imposte dal boom economico.

Nel 2009 Cecilia ha ricevuto a Firenze la Medaglia del Presidente della Repubblica, «per aver trasmesso alle generazioni future, attraverso la sua attività di cineasta documentarista, alcune delle più belle immagini dell’Italia degli anni ‘50 e ‘60».

Cecilia Mangini “Un ultimo saluto”.
Cecilia Mangini “Un ultimo saluto”.

I suoi documentari, realizzati negli anni del boom economico al centro e al nord Italia, rivelano i ritardi e le arretratezze che la politica democristiana contribuisce a mantenere tali.

Il suo esordio nel documentario ha i titoli di Ignoti alla città (1958) e de La canta delle marane (1962), realizzati nelle borgate romane,

veri e propri lager in cui Mussolini aveva esiliato operai e artigiani. Cecilia Mangini ne chiederà il testo a Pier Paolo Pasolini e sempre Pasolini scriverà il commento di Stendalì – nato dall’incontro con il grande etnologo Ernesto De Martino che aveva posto al centro dei suoi studi la cultura delle classi contadine meridionali. 

Stendalì – Suonano ancora (1960) girato a Martano, un piccolo paese di lingua grika del Salento, è l’unica testimonianza filmata del pianto funebre, un rito antico praticato da tre millenni, ma destinato a scomparire nel volgere di pochi anni.

Nel 1960 Cecilia accompagna Lino Del Fra, suo marito, durante le riprese di altri due documentari ispirati dalle ricerche di De Martino, L’inceppata e La passione del grano.

L’influenza di De Martino resterà sempre un’impronta a sostegno della sua capacità narrativa e partecipativa alle vicende del Mezzogiorno e alle sue lotte di emancipazione.

Nel 1962 realizza come regista assieme a Lino Micciché e Lino Del Fra il film All’armi, siam fascisti! Con il testo di Franco Fortini e le musiche di Egisto Macchi.

Scrive le sceneggiature dei film La torta in cielo e Antonio Gramsci i giorni dal carcere, per la regia di Lino Del Fra e La villeggiatura regia di Marco Leto.

Sarà questo il leit-motif dei suoi documentari. Dal 1960 smette di lavorare come fotografa e si dedica interamente al cinema e agli impegni familiari.

La fotografia diviene ora uno strumento di indagine e di attività al servizio del suo lavoro cinematografico.

Indimenticabili i suoi ritratti ai volti i più grandi del XX secolo: Elsa Morante, Curzio Malaparte, Federico Fellini, Charlie Chaplin, John Huston, Vasco Pratolini e molti altri.

Nell’ultimo decennio le sono state dedicate numerose mostre fotografiche: nel 2008 a Trieste; nel 2010 in Francia, a Créteil nel corso della retrospettiva che le ha dedicato il 33° Festival de Films des Femmes;

nel 2011 a Barcellona nel corso della sua retrospettiva al Festival de Dones; nel 2015 a Lipari, nel 2016 a Bari, nell’ambito del BIF&ST e nei Cineporti di Puglia (Lecce e Foggia), nel 2017 al Museo  Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari a Roma,

nel 2017 la mostra CECILIA MANGINI – visioni e passioni, a cura di Claudio Domini e Paolo Pisanelli, realizzata da Big Sur, Erratacorrige, Cinema del reale, OfficinaVisioni.

Dal 2013 è tornata alla regia grazie al coinvolgimento della regista Mariangela Barbanente con la quale ha realizzato il documentario In viaggio con Cecilia. Recentemente Cecilia Mangini ha inoltre stretto un sodalizio artistico con il regista Paolo Pisanelli, con il quale ha realizzato i film:

Le Vietnam sera libre (2018), Due scatole dimenticate – un viaggio in Vietnam (2020), Grazia Deledda la rivoluzionaria (2021), e in post produzione il film dal titolo Il mondo a scatti, una riflessione sulla tempesta di immagini del contemporaneo.

Filmografia principale

Ignoti alla città (1958)

Firenze di Pratolini (1959)

Maria e i giorni (1960)

Stendalì (Suonano ancora) (1960)

Divino amore (1961)

All’armi siam fascisti! (1962) co-regia con Lino Del Fra e Lino Miccichè

La canta delle marane (1962)

Processo a Stalin (1963) co-regia con Lino Del Fra, censurato e non firmato dagli autori

Felice Natale (1964),

Essere donne (1964)

O Trieste del mio cuore (1964)

Brindisi ’65 (1965)

Tommaso (1965)

La scelta (1967

Domani vincerò (1969)

Mi chiamo Claudio Rossi (1972)

L’altra faccia del pallone (1972)

Dalla ciliegia al lambrusco (1973)

La briglia sul collo (1974)

Uomini e voci del congresso socialista di Livorno (2004)

In viaggio con Cecilia (2013) co-regia con Mariangela Barbanente

Le Vietnam sera libre (2018) co-regia con Paolo Pisanelli

Due scatole dimenticate – un viaggio in Vietnam (2020) co-regia con Paolo Pisanelli

Grazia Deledda la rivoluzionaria (2021) co-regia con Paolo Pisanelli

Il mondo a scatti (in post-produzione) co-regia con Paolo Pisanelli

Piazzale della Centrale Montemartini

Via Ostiense, 106, 00154 Roma RM

ARCHIVIO AUDIOVISIVO DEL MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO

Telefono +39  06 57305447 – e-mail   eventi@aamod.it

Sito web: https://www.aamod.it/

Ufficio stampa AAMOD: Elisabetta Castiglioni

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