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Daniele Parisi ripropone il suo one-man show di successo: Euhoè! Teatro Biblioteca Quarticciolo, 12 e 13 aprile alle ore 21.00.

“La deriva è prossima, il caos è alle porte. La fine del mondo incombe. Questo è ciò che si sente mormorare alle finestre, nelle strade, alla radio.

Un’umanità misera e arrogante cerca una soluzione, prova a darsi da fare, intavola ragionamenti per costruire una riforma, con programma teocratico tout court, infarcita di estremismo confuso e dozzinale.

Sono cellule impazzite che sproloquiano, si parlano addosso, per mostrare a sé stessi, più che al mondo, di essere ancora in vita.

Oppure si agitano, invocano un dio, se ne fanno portavoce.

Euohè! è un’ora di delirio organizzato per mettere alla berlina brandelli di un’umanità che sbraita sulla vita, sulla morte, su un dio che neanche risponde, sul cibo spazzatura che li (mal)nutre.

È un one-man show fatto di ritmi affabulanti, umorismo allucinato, trasformismo, performance sceniche e vocali che usa, per l’impianto scenico, una loop station con cui il protagonista incide dal vivo, vocalmente, le musiche di scena.

La contemporaneità danza claudicante su versi sciolti che narrano di dèi pagani e amori sbilenchi che aspettano chissà da quanto, per tragici equivoci da commedia degli errori. 

L’umanità non sa dove aggrapparsi se non alla propria miseria, si crede chissà chi, si porta dietro l’arroganza e la colpa di voler parlare di un altrove, di un dio inconoscibile con la pretesa di voler spiegare qualcosa, quando niente si può spiegare.” Daniele Parisi

Teatro Biblioteca Quarticciolo Via Ostuni 8 – Roma

Direzione artistica Veronica Cruciani

Info e prenotazioni tel  06 69426222 – 0669426277 promozione@teatrobibliotecaquarticciolo.it

Botteghino feriali ore 18-21.30, festivi ore 16-18.30

Biglietti: intero 12 euro; Ridotto 10 euro (over 65, under 24, possessori Bibliocard)

Acquisto on line  http://www.biglietto.it/newacquisto/titoli.asp?ide=1802

www.teatrobibliotecaquarticciolo.itwww.teatriincomune.roma.it

Ufficio stampa

Antonino Pirillo

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Massimo Sconci porta in scena “L’Aquila Nuova” prodotto da Mu. Sp.A.C.E. Collettivo “Attori in primo piano” al Teatro Garbatella

Il capoluogo d’Abruzzo, come l’intera regione, a 10 anni esatti dal sisma dell’aprile 2009 sta ancora vivendo una condizione di durissima crisi. Ma forse, su un palcoscenico, assieme al pubblico, c’è la possibilità di cominciare a immaginare una città diversa, migliore. Di certo non perfetta…ma sicuramente…Nuova!

L’11 aprile sul palcoscenico del Teatro Garbatella approda il coinvolgente spettacolo L’Aquila nuova” Punto cruciale dell’intero spettacolo è l’individuo.

Un cittadino aquilano qualunque, che tenta con difficoltà di relazionarsi con qualcosa di imprevedibile come il terremoto.

La sua ironia, tenerezza e fragilità può avere come reazione una inevitabile depressione oppure una necessaria resistenza. Il risultato è una narrazione che vorrebbe essere lineare, ma che inevitabilmente si frammenta in più capitoli differenti.

In scena un attore con una sedia e senza microfono, due paia di occhiali, un orsacchiotto di peluche e una valigia, per un allestimento scarno ed essenziale.

Cornice di un racconto evocativo fatto di tante piccole storie, del passato, del presente e del futuro della città. Racconti vissuti oppure mai accaduti, intrecciati attorno all’abilità evocativa del narratore.

“Ho scelto personalmente lo stile del teatro di Narrazione (afferma l’autore Massimo Sconci) che, assieme al corpo, all’energia e alla voce del protagonista, è per me il miglior elemento rappresentativo per esprimere ciò che desidero raccontare.

In tutto il suo minimalismo il Teatro è la forma di comunicazione più adeguata per trasmettere al pubblico le ironiche emozioni di un’esperienza vissuta in prima persona.

Per la mia città, dove sono nato e cresciuto, spero possa trasmettere un nuovo modo di vivere e raccontare il passato e il presente, con l’intento di ricostruire una memoria collettiva attorno alla quale recuperare il concetto e la forza di una comunità.”

Lo spettacolo è stato prodotto dal MU.SP.A.C. (Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea) e dal Collettivo “Attori in Primo Piano”. Un ringraziamento speciale va a Giancarlo Fares, compagnia Bolognini-Costa, compagnia Habitas e Centro Sociale ex-51.

Giovedì 11 aprile 2019 ore 21.00

di e con Massimo Sconci

regia Massimo Sconci

Produzione Mu.Sp.A.C. E Collettivo “Attori In Primo Piano”

Teatro Garbatella

Piazza Giovanni da Triora 15 – 00145 Roma

https://www.facebook.com/Teatro-Garbatella-662037873984730/

Info e prenotazioni

Prenotazioni: 366 200 3502

biglietteria on line https://oooh.events/

Biglietti

Intero 18 euro  Ridotto 12 euro

 

Ovvi destini

Altra Scena & Argot Produzioni presentano “Ovvi destini” con Pier Giorgio Bellocchio, Anna Ferzetti, Daniela Marra e Vanessa Scalera, regia di Filippo Gili al Teatro Brancaccino dal11 al 20 aprile 2019.

 Dopo il successo della Trilogia di Mezzanotte nelle precedenti stagioni teatrali, Filippo Gili è pronto a debuttare con il suo nuovo lavoro drammaturgico, Ovvi destini.

Un cast di quattro straordinari interpreti sarà protagonista del progetto inedito del regista e drammaturgo romano:

Vanessa Scalera (recentemente protagonista in Lea di Marco Tullio Giordana e co-protagonista di Silvio Orlando in Lacci), Anna Ferzetti (attualmente al cinema con Domani è un altro giorno) e Daniela Marra (da poco reduce da Squadra Antimafia e dalla fiction Il Cacciatore).

Completa il cast la presenza di Pier Giorgio Bellocchio, figlio del regista Marco e protagonista di diverse importanti pellicole. Debutto nazionale al Teatro Brancaccino di Roma dall’11 al 20 aprile 2019, per quello che si preannuncia come uno dei più interessanti lavori della stagione teatrale 2018/19.

SINOSSI – Tre sorelle. Laura la primogenita, Lucia la seconda, Costanza la più piccola: sui trentacinque, chi più chi meno.

Costanza è su una sedia a rotelle per colpa di un incidente provocato un paio d’anni prima da Laura, la maggiore. Ma né Costanza né Lucia conoscono la disgraziata responsabilità di Laura.

Loro no: ma la conosce uno strano essere, Carlo, che comincia a ricattare Laura.

Laura è una incallita giocatrice d’azzardo. Violenti gli scontri con Lucia, la sorella di mezzo. Ma su questo si incentra anche il ricatto di Carlo: o dici a tua sorella che due anni fa fosti te, non vista, a fare quel balzo che costò le gambe di tua sorella, o tutti i proventi delle tue vincite li prenderò io.

Il senso di colpa per quella disgrazia si fa materiale, sudato, vivo, bollente. Laura resiste.

L’altro non spiffera nulla fin quando, davanti alle due sorelle ‘sane’, non soltanto si dimostrerà tutt’altro che ricattatorio, ma offrirà anche loro un dono: la possibilità di realizzare un desiderio irrealizzabile.

Un angelo? Un demone? Metafisico o reale che sia, quell’uomo ha offerto loro una possibilità che, se non grottesca, sembrerebbe sublime.

Che desiderio potrebbe esprimere Laura, se non quello, per amore e senso di colpa, di far riavere l’uso delle gambe alla sorella?

Mi fermo qui. Ma voglio solo ricordare che il Poeta e lo Scienziato, nel film “Stalker” di Tarkovskji, quando arriveranno alla Stanza dei desideri si sottrarranno dall’esprimerne:

chi garantisce che il desiderio più profondo sia quello cosciente, quello espresso, quello che deriva dall’amore, dalle cose chiare, piuttosto che uno strano oggetto che alberga nelle lontane caverne di un violento, libidico, antico Io?

OVVI DESTINI

con Pier Giorgio Bellocchio – Anna Ferzetti – Daniela Marra – Vanessa Scalera

FOTO Luana Belli GRAFICA Elena Ciciani VIDEO David Melani

UFFICIO STAMPA Rocchina Ceglia

DISTRIBUZIONE Stefano Pironti ORGANIZZAZIONE Giancarlo Nicoletti – Cinzia Storari

SCENE E COSTUMI Alessandra De Angelis – Giulio Villaggio

DISEGNO LUCI Giuseppe Filipponio MUSICHE Paolo Vivaldi

AIUTO REGIA Flavia Rossi

UNA PRODUZIONE Altra Scena & Argot Produzioni

con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali

DRAMMATURGIA E REGIA Filippo Gili

Teatro Brancaccino – Via Mecenate, 2 – Roma www.teatrobrancaccio.it

dall’11 al 20 aprile 2019 dal giovedì al sabato h 20 / domenica h 18.45

Info & Prenotazioni 06 80687231 / 391 1835890

Biglietti: Intero 18.00 €; Ridotto 12.50 €

Prevendita:

Botteghino del Teatro Brancaccio, via Merulana, 244 – Roma

Botteghino del Teatro Sala Umberto, via della Mercede, 50 – Roma

Ticketone.it e presso i punti vendita tradizionali

Ufficio Stampa Teatro Silvia Signorelli signorellisilvia@libero.it 338.9918303

Monica Menna ufficiostampasignorelli@gmail.com  328.9448311

Rocchina Ceglia rocchinaceglia@gmail.com 346 4783266

 

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L’Aria è interpretato da Alessandro Calamunci Manitta, Andrea Colangelo, Pierfrancesco Nacca e Gabriele Sorrentino al Teatro Garbatella.

Torna in scena a Roma, al Teatro Garbatella, dopo il successo delle precedenti edizioni lo spettacolo L’Aria di Pierfrancesco Nacca per la regia di Giulia Paoletti.

Un’ora sola per sentirsi liberi, per respirare aria pulita, un’ora sola per guardare il cielo. L’Aria e il pretesto per raccontare la storia di quattro detenuti: Nicola, Mario, Rosario e Carmine, rinchiusi in un istituto di detenzione del nostro paese.

Raccontano pezzi della loro vita, quella vera, prima di essere reclusi, fino ad arrivare poi al momento della carcerazione.

Cosa si nasconde dietro ai loro reati? Dietro quei volti scavati, dietro il loro taglio di capelli, dietro quelle tute acetate?

Forse solo uomini, ed e questo che si vuole raccontare, storie di uomini, storie di abusi, di disagio e di sofferenza, tutto narrato sotto forma di intervista, con l’idea di ricreare una realtà a noi sconosciuta: usi, costumi, gerghi, consuetudini e gesti, pezzi ricuciti insieme, in un abito che possono indossare tutti.

La situazione delle strutture carcerarie italiane e vergognosa e drammatica, il sovraffollamento e le precarie condizioni igieniche rendono la detenzione infernale, mettendo a dura prova il rispetto e la dignità umana che spesso viene calpestata.

I reclusi sono stati puniti per gli errori commessi, molti sono colpevoli di reati efferati, hanno subì to un processo e devono pagare con la privazione della libertà, questa e la legge nel nostro paese.

La detenzione pero non deve essere solo punitiva, deve avere l’obiettivo della rieducazione, il reinserimento nella società e le carceri dovrebbero accogliere dignitosamente gli uomini.

In alcuni istituti di pena, sono stipati in pochi metri quadri, criminali incalliti e ladruncoli, stupratori e tossicodipendenti, detenuti in attesa di giudizio e immigrati clandestini e addirittura, negli spazi comuni, ovvero quelli che dovrebbero servire alla socializzazione, all’istruzione e allo svago, vengono aggiunti altri letti a castello.

Capita anche che in carcere, si entri da vivi e si esca da morti, perché l’assistenza sanitaria e precaria, quasi inesistente, perché vivere dentro e insopportabile e si preferisce il suicidio alle sbarre; perché c’è sempre qualcuno che ha la responsabilità di assistere e difendere i diritti umani, che abusa del proprio potere, con l’uso spropositato della forza, della violenza ingiustificata, delle percosse, delle lesioni.

Pochi i casi di cronaca giudiziaria risolti, tanti altri, ancora in cerca dei colpevoli, tra forze dell’ordine, medici e infermieri.

Quelle strane morti, improvvise, sospette, quelle foto violacee di volti emaciati, di membra lacerate, gridano ancora giustizia: Stefano Cucchi, Federico Aldovrandi, Giuseppe Uva, Michele Ferrulli…

TEATRO GARBATELLA

Sabato 13 Aprile ore 21.00

Domenica 14 Aprile ore 18.00

Biglietteria tel. 06 81173900 cell. 366 2003502

Piazza Giovanni da Triora, 15, 00154 Roma

Biglietteria on-line  

https://oooh.events/evento/l-aria-13-aprile-2019/

https://oooh.events/evento/l-aria-14-aprile-2019/

Prezzo  12€ Ridotto  13€ Early Bird  18€ Intero

UFFICIO STAMPA COMPAGNIA

ufficiostampalaria@gmail.com

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Monologo comico di Andrea Franco, con Monica Falconi, regia di Andrea Franco e Monica Falconi, supervisione Patrizio De Paolis al Teatro Planet 4 e 5 maggio 2019

“A…come anvedi Giulia!” È un monologo comico irriverente e divertentissimo, una carrellata di battute senza freni per farvi innamorare di un teatro fatto per ridere… e anche un po’ pensare!!!

Ci sono persone che ti cambiano la vita, in meglio o in peggio.

La vita di Laura è cambiata da quando Giulia, la magica, l’unica, l’affascinante, la sensuale, di punto in bianco da amica ha cominciato a diventare un’ossessione.

Come si può andare avanti per la propria strada se tutti ti fanno sempre notare che c’è qualcuno che occupa un gradino più in alto?

E se questo qualcuno è sempre lei, solo lei, ovunque lei, allora non ci rimane che armarsi di buona volontà e prepararsi al cambiamento. Che è anche e sempre una sfida: con se stessi e con Giulia, ovviamente.

Il cambiamento di Laura passa da una platea piena di gente, un teatro, riflettori puntati addosso e la voglia, la stramaledetta voglia di capovolgere il pensiero comune.

No, non è vero che esiste solo Giulia.

E Laura ve lo farà capire a modo suo.

Un percorso tra i modi di dire del romanesco, il desiderio di rivalsa e l’esuberanza tipica di chi magari sui tacchi traballa un po’, ma quando serve non ha esitazioni.

Perché Laura c’è. E ve lo dimostra a modo suo! Un po’ coatta, un po’ kitsch, un po’ fuori dalle righe.

Nonostante Nek non sia d’accordo, Laura c’è. Ammappa se c’è!

A…come anvedi Giulia!

Di Andrea Franco

4 e 5 maggio 2019

Regia Andrea Franco e Monica Falconi

Con Monica Falconi

Supervisione Patrizio De Paolis

Teatro Planet

Teatro Planet
Via Crema 14, 00182 Roma

4 e 5 maggio 2019

Sabato ore 21.00

Domenica ore 18.00

Info e prenotazioni:

339/5223492 – teatroplanet@gmail.com

Biglietti:

10 euro più 3 di tessera

Ufficio stampa

Flaminio Boni

flaminioboni@gmail.com

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Un’esilarante e commovente commedia sul lato oscuro di ogni essere umano “DONNETTE” prodotta dall’associazione Lo.Co.S al Teatro Porta Portese

 Dall’ 8 al 9 aprile sul palcoscenico del Teatro Porta Portese arriva la divertente storia “DONNETTE”.

“Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno”, da questo pensiero di Mark Twain, prende forma lo spettacolo “Donnette”, scritto e diretto da Gaia Dellisanti.

Sul palco si alterneranno le vicende di cinque personaggi: Un ginecologo svogliato, una ballerina fallita, una donna d’affari, una pseudo psichiatra e un’ex atleta piena di steroidi.

Quattro donne, si ritrovano nello studio del loro ginecologo di fiducia, ognuna di esse ha un problema da risolvere, anche il ginecologo ne ha uno: non vuole fare il ginecologo.

Ognuna si cimenterà con le nuove tecniche del dottore e, stranamente, tutte verranno accontentate!

Tutte mostreranno un lato del loro carattere che fino ad allora era stato tenuto nascosto a tutti, anche a se stesse.

Comicità e momenti di commozione si alternano sul palco in un tourbillon ricco di momenti di riflessione e calembours assolutamente inediti.

 Da Lunedì 8 aprile a Martedì 9 aprile 2019 ore 21.00

Testo e regia: Gaia Dellisanti

Con  Gaia Dellisanti, Valentina Angelini, Gianluca Lasorella, Elisa Gelosi, Rejdi Mucaj

produzione: Compagnia Lo.Co.S

Teatro Porta Portese

via Portuense 102 – Roma

www.facebook.com/teatroportaportese/

Info e prenotazioni

Prenotazioni: tel. 065812395  – 3357255141

Biglietti

Intero 13 euro  – Ridotto 10 euro (+ 2 euro di tessera)

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Un’Ecuba che viaggia a piedi fra i binari dell’Europa in cui c’è chi erige muri di filo spinato…

Torna in scena a Roma il 12, 13 e 14 aprile al Teatro Abarico e poi il 16 aprile al Teatro Flaiano l’intenso testo di Gianni Guardigli “IL VIAGGIO DI ECUBA”, interpretato da Isabella Giannone, con la regia di Francesco Branchetti e le musiche di Pino Cangialosi.

Protagonista del monologo Isabella Giannone, attrice che ha al suo attivo una lunga carriera tra teatro, cinema e tv, ricoprendo sempre ruoli da protagonista nei maggiori teatri italiani.

Una Ecuba dei giorni nostri che attinge tuttavia al mito, la protagonista del testo di Gianni Guardigli ci racconta cosa significa “essere madre oggigiorno, in un momento di esodi imponenti e dolorosi, una madre che “canta la sua pena” di fronte al disfacimento del suo mondo che considerava “normalità”.

“I tempi che stiamo vivendo – afferma l’autore Gianni Guardigli – ci proiettano verso un’inevitabile riflessione sul senso della vita e sul valore di essa.

Fino a qualche anno fa il rispetto di questo potente valore sembrava una intoccabile sicurezza.

Ora siamo sempre meno sconcertati di fronte a uno scivolamento continuo e inesorabile verso l’assuefazione di fronte a raccapriccianti spettacoli di totale disprezzo della sacralità della propria vita e di quella degli altri.

Ecco perché sempre più decisamente sento la necessità di dare al teatro e alla scrittura teatrale il suo compito di sondare e riflettere su ciò che significa “essere umani” e “agire da umani”.

Andare ad attingere nel patrimonio immenso della tragedia greca è vitale come attaccarsi a una bombola di ossigeno quando il respiro non basta.

La perdita della patria, della terra, della tranquillità e, ancor più, la perdita dei figli che se ne vanno a uno a uno è il toccante leitmotiv delle tappe della vita di questa “mater dolorosa” che vive il passaggio fra due periodi storici in cui il futuro è una paurosa incognita.

L’Ecuba di Euripide urla: “Una terra grama, se un dio interviene al momento giusto, diviene fertile di spighe: una terra feconda, se le viene a mancare il necessario, produce gramo raccolto. Non è così che succede cogli uomini: il malvagio non può che essere malvagio, il buono buono: le avversità non guastano l’indole, che rimane sempre uguale”.

Questa Ecuba moderna parla un linguaggio “misto”, un susseguirsi di racconto di una piccola vita che si scontra con i terreni problemi del quotidiano con improvvise impennate poetiche, che elevano la sua sensibilità al “linguaggio di tutte le madri”, alla lingua del cuore di chi dà la vita e non si rassegnerà mai al vedere questa stessa vita che si dissolve, preda dell’ingiustizia che si annida nel potere, nelle guerre, nelle prevaricazioni.

E’ un’Ecuba che viaggia a piedi fra i binari dell’Europa in cui c’è chi erige muri di filo spinato e c’è chi chiude pesanti porte di vecchi treni.

Ma c’è anche chi si accosta al viandante per passargli una bottiglietta d’acqua e c’è chi offre una branda di una stanza di una casa modesta per condividere il viaggio terreno con altri esseri umani compagni di cammino.

Ecuba urla la sua verità come una coscienza spietata può parlarci di notte, quando i sogni hanno il coraggio di urlarci in faccia le verità più scomode. In questo “la mia Ecuba” diventa una povera donna di oggi che porta in sé le intuizioni di un profeta”.

Il viaggio di Ecuba  
di Gianni Guardigli
con Isabella Giannone
musiche Pino Cangialosi
regia Francesco Branchetti
produzione Foxtrot Golf Associazione Culturale

Il 12, 13  e 14 aprile al Teatro Abarico di Roma

Tutte le sere ore 21.00

Teatro Abarico

via dei Sabelli 116 – Roma

https://www.facebook.com/abaricoteatro/  https://www.instagram.com/abaricoteatro/

Info e prenotazioni

Prenotazioni: tel. 06 9893 2488 dalle ore: 10.00 / 14.00 e  15.00 / 18.00

Fuori tale orario inviare mail a: info@abarico.it

Biglietti

Intero 13 euro  – Ridotto 11 euro

Il 16 aprile al Teatro Flaiano di Roma

Ore 21.00

Teatro Flaiano

Via Santo Stefano del Cacco, 15 (Largo di Torre Argentina)  00186 – Roma

Orari Botteghino

dal lunedì al sabato: 10:00-13:30  15:30-20:00 domenica: 15:00-19:00

Info e prenotazioni

Tel. 06/37513571 – 06/37514258

Mail   segreteria@teatroflaiano.com

prenotazioni solo  WhatsApp 3337000725

Biglietti

Intero  euro 25 platea/ 20 galleria – Ridotto 18 euro

 

LaPacchia è finita 04 2

Carpet e Associazione Culturale Nutrimenti Terrestri Presentano “La pacchia è finita” moriamo in pace” scritto da Anne-Riitta Ciccone, all’Off/Off Theatre.

Annegare nel tentativo di raggiungere l’altra sponda, offrire il proprio corpo in sacrificio ai più bassi istinti del nostro prossimo, caricarsi ogni lavoro che nessun altro vorrebbe mai fare.

Ma ora tutto è cambiato, ora non potremo fare più niente di tutto questo. La pacchia è finita.

Da martedì 9 a giovedì 11 aprile alle ore 21.00 all’OFF/OFF Theatre di Via Giulia, va in scena lo spettacolo La pacchia è finita, dell’autrice Anne-Riitta Ciccone per la regia di Lorenzo d’Amico de Carvalho, che dirige i tre monologhi.

Monologhi interpretati dagli attori Gianvincenzo Pugliese, impegnato ne Sulla Stessa Barca, seguito da Maria Vittoria Casarotti Todeschini nei panni de La Santa e infine Gabriele Stella, protagonista di Kappatrequattrocinquebis.

Tre personaggi che fanno irruzione nelle nostre vite, costringendoci ad ascoltare. Tre monologhi che gettano una luce nuova e impietosa sugli ultimi, coloro che vengono da “fuori” dei confini della nostra società, quei confini sempre più chiusi agli esseri umani ma nel contempo pronti ad accogliere chi per necessità o costrizione è disposto a perdere ogni umanità e farsi oggetto.

Un migrante, salvatosi a stento da quel mare che somiglia sempre più ad una tomba. Una prostituta, strappata ad una vita semplice e serena, e resa schiava con la promessa di aiutare la propria famiglia. Un androide, pronto a tutto per dimostrare di essere solo un oggetto al servizio di ogni nostra esigenza.

Tutti nascondono un segreto, a volte terribile, a volte folle, a volte sublime. Tutti sono qui per raccontarci di loro, ma soprattutto di noi.

 “La pacchia è finita!” gridano oggi alcuni nel nostro Paese parlando dei più poveri ed emarginati degli uomini, parole che suonano grottesche soprattutto in un Paese che si è costruito ed è evoluto grazie al fatto stesso di essere in mezzo al Mediterraneo, crocevia di culture, passaggio di uomini che hanno portato in regalo tradizioni, lingue, arte, religioni.

Chi narra e vuole consegnare al presente e al futuro un racconto dell’attualità non può rimanere muto, è costretto dalla sua stessa missione ad osservare e denunciare.

Da questa esigenza nascono tre personaggi che sono la metafora assoluta del percorso per cui un Paese come quello sopra descritto si sta macchiando del peggiore delitto morale: rendere oggetto le persone.

Il raccontarli per il presente e lasciarli a monito per il futuro diventa quindi un dovere, quel che si può fare nell’impotenza di un mondo che non riconosce nemmeno più il suo stesso viso allo specchio.

OFF/OFF THEATRE

Via Giulia 19 – 20 – 21, Roma / DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA

Costo Biglietti: Intero 25€; Ridotto Over65 18€; Ridotto Under35 15€; Gruppi 10€ – info@altacademy,it

Da martedì a giovedì – ore 21.00

Info e Prenotazioni: +39 06.89239515 – offofftheatre.biglietteria@gmail.com

SITO: http://off-offtheatre.com/ – FB: https://www.facebook.com/OffOffTheatreRoma/ – IG: https://www.instagram.com/offofftheatre/?hl=it

Ufficio Stampa Compagnia
Paola Rotunno 339 3429716 – Serena Antinucci 389 0334098

paolasilvia.rotunno@gmail.com

Ufficio Stampa Carla Fabi Roberta Savona
Carla: carla@fabighinfanti.it
, 338 4935947 – Roberta: savonaroberta@gmail.com , 340 2640789
FB: https://www.facebook.com/UfficioStampaFabiSavona/ – IG: https://www.instagram.com/ufficiostampafabisavona/?hl=it

 

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Egidia Bruno porta in scena “La Mascula” la regia e le musiche di Enzo Jannacci al Teatro Flaiano

Il 9 e il 10 aprile sul palcoscenico del Teatro Flaiano, approda dopo avere toccato moltissime città italiane con grande consenso di critica e pubblico “La Mascula” una storia in bilico tra comicità e poesia.

Una bellissima prova per Egidia Bruno interprete solista di questo spettacolo per raccontare di un pallone calciato da gambe femminili nel Meridione d’Italia.

Il racconto di Egidia Bruno, fra comicità e levità poetica, ha vinto il Premio Troisi nel 2002 ed è stato pubblicato da Colonnese Editore.

Dal 2004 è diventato uno spettacolo con la regia e le musiche del grande artista milanese Enzo Jannacci che ha composto proprio per questo spettacolo alcune canzoni.

Primi anni ’80. La Nazionale di Bearzot vince i Mondiali di Spagna.

In un paesino della Basilicata, Rosalba,13 anni, né si trucca né si cerca il fidanzato. A lei piace giocare a pallone, il suo mito è Tardelli e la chiamano la “Mascula”.

La storia di una passione, quella per il pallone, vissuta per quello che è e non per quello che gli altri vogliono che sia.

La storia di un modo di essere, inconsapevole della sua purezza, e forse per questo ancora più libero. La storia di una libertà che non ha bisogno di provocare. Esiste, c’è.

E questo basta a minacciare gli altri e la loro normalità. A meno che “la mascula” non diventi famosa, di modo che un paesino tra i monti possa sentirsi meno sperduto…

Da Martedì 9 aprile a mercoledì 10 aprile ore 21:00

Di e con Egidia Bruno

Musiche Enzo Jannacci

Luci Vincenzo Vecchione

Regia Enzo Jannacci

Teatro Flaiano

Via Santo Stefano del Cacco, 15 (Largo di Torre Argentina)  00186 – Roma

Orari Botteghino

dal lunedì al sabato: 10:00-13:30  15:30-20:00 domenica: 15:00-19:00

Info e prenotazioni

Tel. 06/37513571 – 06/37514258

Mail   segreteria@teatroflaiano.com 

Biglietti

Intero  euro 25 platea/ euro 20 galleria – Ridotto 18 euro

ASPETTANDO GODOT Luciano Virgilio Antonio Salines Edoardo Siravo. Foto Andrea Gatopoulos

Il Teatro Ghione di Roma, presenta, da giovedì 4 a domenica 14 aprile, Aspettando Godot di Samuel Beckett.

Con: Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo, Fabrizio Bordignon, regia Maurizio Scaparro.

“Che facciamo adesso? Aspettiamo Godot”: è il refrain che più volte ripetono Estragone e Vladimiro in uno dei più celebri testi di Samuel Beckett, composto alla fine degli Anni ’40 dopo il 2° conflitto mondiale e la bomba atomica in Giappone.

E’ andato in scena la prima volta nei primi di gennaio del 1953 nel Thèatre de Babylone di Parigi.

Un titolo, Aspettando Godot, che nel linguaggio corrente è diventato pure un modo per esprimere con quel gerundio del verbo aspettare, che qualcosa o qualcuno tarderà a giungere, non che non arriverà mai e che in tanti si sono scervellati a indicarlo come Dio, il Destino, la Morte.

Noi propendiamo per quest’ultima affermazione.

Anche se lo stesso Beckett mai ha voluto dare una risposta univoca.

Tuttavia, assistendo al Verga di Catania a quest’ultima versione di Maurizio Scaparro, elegante e fedele al dettato beckettiano, la nostra convinzione diventa sempre meno peregrina.

Infatti cos’è la nostra vita se non solo un’attesa dell’eterna nemica che in un giorno qualunque verrà a falciarci da questa terra?

Certo, l’uomo sin dagli albori ha riempito il tempo con i suoi interessi, la famiglia, i figli e tutto ciò che poteva servire ad allontanarlo dall’idea della sua finitezza.

Ed ecco che ha creato una lingua per comunicare, ha inventato la meridiana, la clessidra, l’orologio per frazionare il tempo, dividendolo in secondi, ore, giorni, settimane, mesi, anni etc…

Quel tempo che il noto fisico Stephen Hawking, condannato all’immobilità su una sedia a rotelle, ha dimostrato che non esiste, come se tutta l’umanità fosse chiusa in una sorta di buco nero.

Quel tempo che fa andare in bestia lo stesso Pozzo nel secondo atto della pièce, qui vestito come un domatore da circo con bombetta e frak rosso (i costumi sono di Lorenzo Cutuli) da un superbo Edoardo Siravo.

Edoardo che tiene al guinzaglio il facchino Lucky di Enrico Bonavera (molto applaudita la sua aulica tiritera senza senso), nel momento in cui Vladimiro gli chiede quando ha perso la vista, facendogli esclamare di finirla con le storie del tempo.

E’ successo un giorno come tutti gli altri, un giorno io sono diventato cieco…un giorno siamo nati, un giorno moriremo, lo stesso istante, non vi basta?

Partoriscono a cavallo di una tomba, il giorno splende un istante, ed è subito notte”.

Un pensiero che accomuna Beckett a quei tre versi di Quasimodo che già nel 1930 scriveva: “Ognuno sta solo sul cuore della terra/ trafitto da un raggio di sole:/ed è subito sera”.

Ergo: moriamo nel momento in cui nasciamo.

Certamente i clochard Estragone e Vladimiro o meglio Gogo e Didi come amano appellarsi i due grotteschi personaggi, vestiti in modo impeccabile da Antonio Salines e Luciano Virgilio.

Personaggi in grado sempre d’impreziosire lo spettacolo con i loro nonsense e le frasi smozzicate a metà, senza riuscire a dare risposte ai loro tanti perché, pensando talvolta d’impiccarsi.

Sono anche ilari e mai banali e rappresentano il campionario della nostra umanità colta nei momenti in cui qualcuno (Godot nello specifico) ha dato loro appuntamento in una landa assolata e desolata accanto ad un salice spoglio.

Godot senza mai farsi vedere, giungendo al suo posto un ragazzo in salopette (Michele Degirolamo) che dirà solo che Godot è un vecchio con una barba bianca e che arriverà domani forse un altro giorno.

E ciò che resta ancora dello spettacolo è la bella scena di Francesco Bottai, resa ancor più metafisica dalle luci calde di Salvo Manganaro, cui seguivano le notti di luna piena tinteggiate d’un azzurro-cobalto e calorosissimi gli applausi finali mentre echeggiavano lontane le note di Sous le ciel de Paris. (Gigi Giacobbe)

Orario spettacoli ore 21,00

Domenica ore 17,00

biglietti a partire da 23 euro

Teatro Ghione,via delle Fornaci,37,Roma

Info:06 6372294

www.teatroghione.it

Relazioni con la stampa Teatro Ghione: Maurizio Quattrini:

Cell. 338/8485333 – e-mail: maurizioquattrini@yahoo.it

ASPETTANDO GODOT Antonio Salines Luciano Virgilio foto Andrea Gatopoulos

Marta Scelli

Giovedì 4 aprile ore 21.00 Marta Scelli presenta Viaggio nella Divina Commedia: L’Inferno al Teatrosophia

Un’esperienza spirituale decisiva, di rinnovamento e di espansione della propria identità: così si potrebbe raccontare, in una sintesi estrema, la Commedia di Dante Alighieri.

Attraverso la memoria, Marta Scelli ha voluto far propria questa avventura, sperimentandone la forza coinvolgente: ciascuno di noi, nella sua identità di essere umano, nella faticosa ed entusiasmante impresa di costruire la propria identità, è chiamato alla sfida della ‘selva oscura’ affrontata.

“Viaggio nella Divina Commedia”, questo il titolo dello spettacolo in scena a Teatrosophia il 4 aprile, attraverso incontri dedicati a singoli temi o sezioni del percorso dantesco, è un modo per restituire e condividere questa esperienza: un viaggio compiuto insieme agli spettatori.

Uno spettacolo che assume, sera per sera, fisionomie nuove e imprevedibili.

Un’avventura che si apre a interrogativi inaspettati, nell’intento di restituire un’opera alla sua energica, talvolta scandalosa, mai scontata, vitalità.

Dalla viltà all’amore all’accidia

L’avvio del viaggio dantesco non è scorrevole. Sono enormi le resistenze che Dante deve superare per intraprendere in piena consapevolezza il suo cammino di conoscenza – e soprattutto di auto conoscenza.

Si trova dinanzi a situazioni e personaggi inaspettati, a paradossali abitatori dell’Inferno.

Dagli incolpevoli Spiriti Magni del Limbo, passando per Paolo e Francesca, fino a giungere a coloro che l’Inferno lo subiscono per la loro incapacità di godere appieno della bellezza della vita, le tappe del percorso dantesco illuminano dimensioni di stupefacente attualità, di ciò che siamo abituati a classificare come ‘peccato’.

Ma soprattutto, Dante ci mette dinanzi agli inferni che quotidianamente abitiamo, ilpiù delle volte in assoluta inconsapevolezza…

AVVISO AI SOCI

Tessera preventiva obbligatoria

al link www.teatrosophia.com/associati 

Teatrosophia

via della Vetrina 7 – Roma

4 aprile 2019

ore 21.00

Info e contatti: info@teatrosophia.com –

tel: 06.68801089 – 375.5488661

web. www.teatrosophia.com

Bigietti 13€ + 2€ tessera associativa del teatro

Fb: www.facebook.com/teatrosophia2018/

 

laquila nuova 1

Dal 5 al 7 aprile ore 21.00 domenica ore 18.00 va in scena L’Aquila nuova al Teatrosophia

Erano le 3.32 del 6 aprile 2009 quando una forte scossa di terremoto mise in ginocchio l’Aquila, nel cuore dell’Abruzzo.

A dieci anni di distanza dal quel tragico evento Teatrosophia ospita sul palco L’Aquila Nuova testo scritto, diretto e interpretato da Massimo Sconci.

Punto cruciale dell’intero spettacolo è l’individuo.

Un cittadino aquilano qualunque, che tenta con difficoltà di relazionarsi con qualcosa di imprevedibile come il terremoto.

La sua ironia, tenerezza e fragilità può avere come reazione una inevitabile depressione oppure una necessaria resistenza.

Il risultato è una narrazione che vorrebbe essere lineare, ma che inevitabilmente si frammenta in più capitoli differenti.

Il capoluogo d’Abruzzo, come l’intera regione, da troppo tempo, e soprattutto negli ultimi anni, sta vivendo una condizione di durissima crisi.

Ma forse, su un palcoscenico, assieme al pubblico, c’è la possibilità di cominciare a immaginare una città diversa, migliore.

Di certo non perfetta…ma sicuramente…Nuova!

In scena un attore con una sedia e senza microfono, due paia di occhiali, un orsacchiotto di peluche e una valigia, per un allestimento scarno ed essenziale.

Cornice di un racconto evocativo fatto di tante piccole storie, del passato, del presente e del Futuro della città.

Racconti vissuti oppure mai accaduti, intrecciati attorno all’abilità evocativa del narratore.

AVVISO AI SOCI

Tessera preventiva obbligatoria

al link www.teatrosophia.com/associati 

Teatrosophia

via della Vetrina 7 – Roma

dal 5 al 7 aprile 2019

ore 21.00 – domenica ore 18.00

Info e contatti: info@teatrosophia.com –

tel: 06.68801089 – 375.5488661

web. www.teatrosophia.com

Bigietti 13€ + 2€ tessera associativa del teatro

Fb: www.facebook.com/teatrosophia2018/