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Mbira concerto di musica, danza e parole per piazze e teatri, Teatro Biblioteca Quarticciolo

Quanto ha contribuito l’Africa a renderci quelli che siamo? Lo scoprirete al Teatro Biblioteca Quarticciolo.

Per molti secoli europei e arabi hanno esplorato, colonizzato e convertito ogni angolo del pianeta.

Oggi tante culture sono perdute e quella occidentale è diventata per molti versi il riferimento universale.

Impossibile dire se sia un bene o un male o sapere se i colonizzati prima della colonizzazione fossero più o meno felici.

Sta di fatto che il mondo è sempre più piccolo e meno vario, pieno di televisioni che trasmettono gli stessi programmi e di negozi identici che vendono prodotti identici dalla Groenlandia alla Terra del Fuoco, dalla California, a Madrid, a Riyad a Tokio.

Ma spesso nel processo di colonizzazione capita che il conquistatore cambi irreversibilmente entrando in contatto con la cultura dei conquistati.

Di questo prova a parlare Mbira, un concerto per due danzatrici, due musicisti e un regista che – utilizzando musica, danza e parola – tenta di fare il punto sul complesso rapporto fra la nostra cultura e quella africana.

Mbira è il nome di uno strumento musicale dello Zimbabwe ma anche il nome della musica tradizionale che con questo strumento si produce.

“Bira” è anche il nome di una importante festa della tradizione del popolo Shona, la principale etnia dello Zimbabwe, in cui si canta e balla al suono della Mbira.

Mbira è però anche il titolo di una composizione musicale del 1981 intorno alla quale è nata una controversia che ben rappresenta l’estrema problematicità e complessità dell’intrico culturale e morale che caratterizza i rapporti fra Africa ed Europa.

Mbira è insomma una parola intorno a cui si intreccia una sorprendente quantità di storie, teatro, musiche, balli, feste e riflessioni su arte e cultura.

Fanno da trama ad uno spettacolo che, combinando stili e forme, partiture minuziose e improvvisazioni, scrittura e oralità, contemplazione e gioco, ha come inevitabile epilogo una festa.

Mbira è insomma una parola che offre un pretesto ideale per parlare di Africa e per mettere in evidenza quanto poco, colpevolmente, se ne sappia.

Convinzione che il gesto più sovversivo oggi sia quello di ricordare che, prima di affermare certezze, in generale sarebbe saggio conoscere l’argomento di cui si parla.

Il teatro borghese nasce per i teatri, la musica pop per gli stadi.

Progetti come Mbira nascono invece per tutti quei posti in cui c’è voglia e bisogno di distrarsi, divertirsi e stare bene senza necessariamente smettere di pensare o di porsi domande sul proprio ruolo e sul proprio rapporto con gli altri.  

musiche MARCO ZANOTTI, ZAM MOUSTAPHA DEMBÉLÉ, testi RENATO SARTI, ROBERTO CASTELLO con la preziosa collaborazione di ANDREA COSENTINO

 Interpreti SUSANNAH IHEME, GISELDA RANIERI, SUSANNAH HIEME (danza/voce), MARCO ZANOTTI (percussioni, limba) ZAM MOUSTAPHA DEMBÉLÉ (kora, tamanì, voce, balafon), ROBERTO CASTELLO

 Produzione ALDES – Teatro della Cooperativa con il sostegno di MIBAC, Direzione Generale Spettacolo dal vivo, REGIONE TOSCANA Sistema Regionale dello Spettacolo, Romaeuropa Festival, media partner NIGRIZIA

 ALDES sostiene l’opera di informazione critica della rivista Nigrizia, cui vanno i proventi della vendita delle t-shirt dello spettacolo

un ringraziamento a Cooperativa Sociale Odissea 

Teatro Biblioteca Quarticciolo

Via Ostuni 8 Roma

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carlo simoni 1


LA Buona Novella di Fabrizio De André, con Carlo Simoni. Coro Polifonico Malatestiano – Fano, regia Carlo Simoni al Teatro Ghione

Il Teatro Ghione presenta lunedì 4 e martedì 5 novembre, “La Buona Novella” di Fabrizio De André.

Con Carlo Simoni e il Coro Polifonico Malatestiano di Fano, diretto da Francesco Santini, rielaborazione di Lorenzo Donati per voce solista, strumenti e coro, regia Carlo Simoni.

 La voce di Fabrizio De André, a quasi vent’anni dalla sua scomparsa, continua ad essere attuale per la carica di denuncia sociale e il potere di far emergere verità scomode, a volte imbarazzanti.

I suoi testi fanno conoscere le ragioni, le passioni, le contraddizioni sofferte, ma vissute con estrema dignità, del popolo degli emarginati, dei perdenti, ognuno però rivalutato per l’unicità del proprio destino.

I testi de “La buona novella”, scritti da De André basandosi sui “vangeli apocrifi”, hanno per protagonisti uomini in carne ed ossa pieni di umanità.

Faber fa parlare i derelitti, i diseredati che nella vita e nella morte di quell’Uomo hanno trovato una speranza.

Anche Maria e Giuseppe sono colti nella loro intensa partecipazione esistenziale.

Orario spettacoli ore 21,00

Domenica ore 17,00

biglietti a partire da 23 euro

Teatro Ghione, via delle Fornaci,37,Roma

Info:06 6372294

www.teatroghione.it

Relazioni con la stampa Teatro Ghione: Maurizio Quattrini:

Cell. 338/8485333 – e-mail: maurizioquattrini@yahoo.it

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Idomeneo ph Javier del Real Teatro Real 2019 2361 MD

Dall’8 novembre al Costanzi l’Idomeneo di Mozart: sul podio Michele Mariotti al suo debutto all’Opera alla regia torna Robert Carsen

La “prima” di venerdì 8 novembre, ore 19.30, sarà trasmessa in diretta da Rai Radio3

Sarà in scena al Teatro dell’Opera di Roma dall’8 al 16 novembre Idomeneo, re di Creta, raro titolo mozartiano che unisce il nitore classico del mito greco a un linguaggio teatrale aperto alle riforme operistiche del secondo Settecento.

Un ritorno molto atteso perché nel nostro teatro Idomeneo era stato rappresentato una sola volta nel 1983 diretto da Peter Maag e con la regia di Luciano Damiani.

A dirigerlo questa volta sarà Michele Mariotti che debutta così all’Opera di Roma.

“Idomeneo è il primo capolavoro di Mozart, – spiega il direttore – certamente la prima opera in cui si scava così a fondo nella definizione psicologica dei personaggi.

Al di là dell’amore tra Ilia e Idamante, è un’opera in cui le solitudini di ognuno dei personaggi si evidenziano drammaticamente”.

Dopo avervi debuttato lo scorso marzo con uno straordinario Orfeo ed Euridice, il regista Robert Carsen torna per la sua seconda regia in questa stagione:

Lo strabiliante e provocatorio Idomeneo di Mozart, opera sulla responsabilità personale e la moralità, ambientata in un contesto di guerra, è una delle composizioni più intense e potenti mai scritte”.

Idomemeo Anett Fritsch Ilia David Portillo Idamante ph Javier del Real Teatro Real 2019 MD 1643Il mar Mediterraneo, nella trama dell’Idomeneo, ha un ruolo centrale: dopo la fine di Troia gli abitanti sconfitti, come pure i greci vincitori, ne percorrono le rotte, lunghe e pericolose.

A Creta si rifugiano Ilia, figlia del re troiano Priamo, ma anche Elettra, figlia del “vincitore” Agamennone: con loro i profughi dei due schieramenti in guerra, vittime spesso di naufragi, come quello nel quale è coinvolta la flotta del re di Creta, Idomeneo.

“L’idea registica di Robert Carsen – dichiara il sovrintendente Carlo Fuortes è stata di immaginare questa grande storia di guerra, e poi di pace nel Mediterraneo, come una metafora dell’oggi.

Da qui l’idea del nostro Teatro di coinvolgere nella produzione dell’opera la Comunità di Sant’Egidio, un’eccellenza della nostra città e anche sul piano internazionale: proseguiamo così l’itinerario di apertura e di collaborazione con diverse realtà romane.

Oltre al cast dei cantanti, i protagonisti che numerosi interpretano l’azione drammatica sono davvero migranti e rifugiati, che fanno parte dei progetti di inserimento della Comunità di Sant’Egidio.

Migranti e rifugiati che in scena rivivono, non senza emozione, momenti e azioni di cui sono stati vittime o protagonisti”.

“Nell’ambito della produzione teatrale, Robert Carsen rappresenta senza dubbio uno dei registi d’opera tra i più richiesti, accreditati e innovativi del momento.

Nell’Idomeneo di Mozart parte dal mito per raccontare di guerre dei nostri tempi con un linguaggio assolutamente contemporaneo che concilia perfettamente la tradizione con la modernità” ha commentato la Sindaca di Roma Virginia Raggi.Prove Idomeneo Michele Mariotti e Robert Carsen ph Yasuko Kageyama Opera di Roma 2018 19 5096 WEB

“Novità assoluta di questa particolare regia sarà la presenza, tra i protagonisti dell’opera, di circa 30 migranti e rifugiati della Comunità di S. Egidio che con il Teatro dell’Opera si fa portavoce.

Un coinvolgimento del tutto nuovo, dello spirito inclusivo della nostra città che è e vuole continuare ad essere una comunità di persone capaci di dialogare conservando quello spirito di umanità che è linguaggio universale” ha concluso la Sindaca.

Il regista Robert Carsen firma le luci con Peter van Praet e le scene con Luis F. Carvalho.

Quest’ultimo cura anche i costumi, mentre i movimenti coreografici sono di Marco Berriel, i video di Will Duke.

Nel ruolo del titolo canterà Charles Workman, Joel Prieto sarà Idamante, Rosa Feola e Adriana Ferfecka (14 novembre) avranno il ruolo di Ilia, Miah Persson sarà Elettra, Alessandro Luciano Arbace e Oliver Johnston Gran Sacerdote.

Nel cast anche un talento di “Fabbrica” Young Artist Program, il baritono Andrii Ganchuk (una voce).

Il Coro del Teatro dell’Opera di Roma è diretto dal Maestro Roberto Gabbiani.

Questa edizione di Idomeneo è dedicata a Paolo Grassi, nel centenario della nascita.

Dal libretto di Idomeneo, che racconta un’immaginaria vicenda accaduta subito dopo la fine della guerra di Troia, un Mozart venticinquenne ricava un ampio lavoro ricco di arie, pagine corali e danze.

Se l’argomento mitologico preludeva a una classica opera seria italiana settecentesca, la musica si apre invece all’esempio dell’opera francese e al nuovo disegno drammatico proposto da Gluck.

Insieme a questi elementi, Mozart propone per la prima volta la caratterizzazione musicale dei singoli personaggi e una grande attenzione alla loro psicologia: due aspetti che avrebbero definito il suo teatro musicale.

Nel cammino del compositore, e più ancora nella sua biografia, Idomeneo segna inoltre una tappa fondamentale:

il trionfo dell’opera a Monaco nel 1781 diede a Mozart il coraggio di abbandonare il posto di musicista di corte nella natia Salisburgo e di trasferirsi a Vienna come libero professionista, per l’ultimo folgorante decennio della sua vita.

Val la pena di ricordare che per il debutto a Monaco il ruolo maschile di Idamante fu affidato a una voce acuta, il giovane castrato italiano Vincenzo Dal Prato:

nella edizione del 1983 al Teatro dell’Opera venne infatti interpretata dal contralto Claire Powell.

Per la ripresa viennese del 1786 il ruolo fu invece interpretato da un tenore ed è questa la scelta dell’edizione che sarà ora in scena, con la partecipazione dello spagnolo Joel Prieto.

 Il nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma è una coproduzione con il Teatro Real di Madrid, Den Kongelige Opera di Copenhagen e la Canadian Opera Company di Toronto.

Dopo la “prima” di venerdì 8 novembre (ore 19.30), Idomeneo verrà replicata domenica 10 (ore 16.30), martedì 12 (ore 19.30), giovedì 14 (ore 19.30) e sabato 16 (ore 18.00).

Per informazioni operaroma.it

Mercoledì 6 novembre (ore 19.00) l’appuntamento al Costanzi sarà con l’Anteprima Giovani riservata ai minori di 26 anni.

Per informazioni e prenotazioni: 0648160/312/532/533;

promozione.pubblico@operaroma.it; dipartimento.didattica@operaroma.it

TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

Renato Bossa

Ufficio Stampa – Responsabile Opere e Concerti

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renato.bossa@operaroma.it

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Idomeneo re di Creta ph Javier del Real Teatro Real febbr 2019 4363

Festa del Cinema 6

Festa del Cinema “Cecchi Gori. Una Famiglia Italiana”

Carlo Verdone e Valeria Marini alla premiere mondiale del docufilm prodotto da Lepore “Cecchi Gori. Una Famiglia Italiana” di Isola e Spagnoli alla Festa del Cinema.

Proiezione affollatissima, in occasione della quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, quella del docufilm “Cecchi Gori – Una Famiglia Italiana”, con un tappeto rosso ricco di volti noti del cinema e della televisione.

Nessuno, infatti, è voluto mancare al tributo dedicato a Vittorio Cecchi Gori, produttore premio Oscar per pellicole del calibro de Il Postino e La Vita è Bella.

Il docufilm è un viaggio alla scoperta della storia della Cecchi Gori, del suo immenso catalogo, delle storie degli uomini e delle donne che hanno fatto grande il cinema italiano, dei film fatti e di quelli mai realizzati, delle avventure, delle sfide in prima persona.

All’anteprima mondiale del docufilm nella sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica sono arrivati, per primi, i due registi e autori, Simone Isola con Valeria Gavaglia e Marco Spagnoli con Orsola Severini Darot,

il produttore Giuseppe Lepore con Simonetta Ingrosso, che hanno accompagnato – assieme al press agent Emilio Sturla Furnò che ha collaborato con Lepore al soggetto – Vittorio Cecchi Gori, in elegante abito blu della stilista Maria Laurenza.

Con loro, sul red carpet, alcuni amici del produttore che hanno partecipato al film: Carlo Verdone, Valeria Marini – in un sensuale abito in pizzo nero e trasparenze, Maria Grazia Buccella – indimenticabile protagonista di Basta Guardarla in elegante tailleur rosso carminio, Tonino Pinto, Osvaldo De Micheli, il direttore della fotografia Mauro John Capece con Corinna Coroneo, l’autore delle musiche Max Di Carlo e del montaggio Jacopo Reale.

Tanti gli ospiti presenti, tra cui il Senatore Francesco Rutelli accompagnato dalla moglie Barbara Palombelli, l’Onorevole Alberto Michelini, il dott. Biagino Costanzo, il Generale Armando Tremigliozzi, Sue Eccellenze Iztoc Mirosic e Tina Kokalj.

Il Professor Francesco Landi, la conduttrice TV Federica Peluffo, l’artista Edelweiss, l’attrice e modella Ileana Macri, Beppe Convertini, Graziano Scarabicchi, Gabriele Martino, Eleonora Ivone con il marito Angelo Longoni, Fanny Cadeo, in abito bon ton in pizzo blu.

Milena Miconi, la neo eletta Miss Universe Italy Sofia Marilù Trimarco, il Direttore Generale di Interflora Luca Iannarone, le giornaliste RAI Mariella Anziano, Josephine Alessio, l’attore Marco Galli, l’agente letteraria Rosa Gargiulo, l’ufficio stampa Roberto Ruggiero.

Il premio Oscar per “Bastardi senza gloria” Mark Ulano, il Presidente del Centro Sperimentale Felice Laudadio, la sceneggiatrice già candidata all’oscar per “Il Postino” Anna Pavignano ed ex compagna di Massimo Troisi, il presidente di 20th Century Fox Paul Zonderland, l’artista Giovanni Albanese, l’attrice Chiara Martegiani.

Il documentario prende le mosse dalla ricchissima collezione privata di fotografie della famiglia Cecchi Gori – un patrimonio di circa 8000 fotografie – e si ripromette di restituirle agli studiosi di cinema e a tutto il pubblico.

Da quella immensa raccolta sono stati scelti gli scatti più significativi per l’omonima mostra allestita nel foyer della Sala Sinopoli per tutto il periodo della Festa del Cinema e per il catalogo dedicato.

Nell’esplorare il percorso umano ed artistico della famiglia Cecchi Gori, il documentario si avvale delle testimonianze illustri di alcuni personaggi-chiave nella storia produttiva del Gruppo Cecchi Gori: Carlo Verdone, Roberto Benigni, Leonardo Pieraccioni, Giuseppe Tornatore, Marco Risi, solo per citare alcuni nomi.

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Festa del Cinema 2

“Bigodino party”.

“Bigodino party”. Painting and rollers party ideato dal ritrattista delle Dive Daniele Pacchiarotti e Sergio Tirletti lookmaker


“Bigodino party”. Si è svolto in pieno centro di Roma in via Cola di Rienzo 190 A l’evento più folle dell’anno ovvero il painting and rollers party, o comunemente definito “bigodino party”

Bigodino party Ideato dal Ritrattista delle Dive Daniele Pacchiarotti e Sergio Tirletti lookmaker che ha messo a disposizione la sua lussuosa maison di bellezza.

“Bigodino party”. Una sinergia perfetta di Arti quali pittura, hair stylist e cura del look e make up.

“Bigodino party”.

Tanta partecipazione e divertimento e centinaia di ospiti vip della capitale romana ognuno dei quali si è prestato con molta ironia allo strambo dress code appunto.

“Bigodino party”. Il bigodino applicato su qualsiasi testa uomo o donna senza alcuna differenza.

Tante le opere esposte e ammirate del Ritrattista delle Dive tra le quali Milly Carlucci, Cristina D’Avena, Nancy Brilli, Maria Monsé, Valeria Marini, Tina Cipollari.

Raoul Bova, fino a volti storici come David Bowie, Marilyn Monroe, Audrey Hepburn, Vivien Leigh e copie d’autore come la sua amatissima Tamara De Lempicka scambiate più volte per l’originale.

Madrina ufficiale dell’evento scelta per la sua classe stile bellezza direttamente da Google box e da Mara Venier e ospite in tanti programmi televisivi Roselyn Mirialachi.

Vestita come una principessa uscita da un libro di fiabe, con il suo bigodino party.

Il momento più emozionante della serata si è creato durante la presentazione della splendida torta della magnifica Cake Designer Vera Ficarra.

La torta rappresentava una bellissima Marilyn Monroe con bigodini d’oro nei capelli, in cui tutti gli invitati si sono radunati attorno per esprimere ognuno il proprio desiderio prima di spegnere le candeline.

Candeline spente in un’armonia di divertimento e commozione di tanti cuori e anime unite per festeggiare un avvenire sempre migliore.

Ad accompagnare il tutto gli ospiti hanno brindato con due splendide cantine che forniscono solo i veri grandi party ovvero Casale del Giglio e il pregiato rosè Monchera di Girardi.

Gli illustri e numerosissimi importanti ospiti provenienti da tanti settori diversi quali televisione, imprenditoria, nobiltà, spettacolo, arte, ecc…

Tutti insieme si sono ritrovati in un’atmosfera goliardica a cui è stato impossibile non prestarsi soprattutto in onore dell’Arte e della bellezza.

Bellezza arricchita dagli abiti della grandiosa fashion designer Raffaella Tirelli.

Un evento ideato quasi per gioco nel giro di poche settimane dai due artisti Daniele Pacchiarotti e Sergio Tirletti.

Questi due geni hanno saputo coinvolgere centinaia di personalità per amore dell’arte ma anche per ricreare una magia fiabesca che forse mancava da anni nella capitale.

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